Il gruppo dei combattenti si guarda intorno e nota che sul campo di battaglia non ci sono i cadaveri dei mostri a tre piedi, che sono spariti con un puff.
âErano il frutto di un unoâ esclama Andrew, gli altri annuiscono.
Braudo si gira verso la cripta da cui erano usciti i mostri e indicandola chiede âvolete aiutarmi a controllarla?â
Andrew dice âSu dai, facciamo il nostro lavoro. Andiamo!â – esclama il paladino carico di energia. Intorno a lui cala il silenzio, evidentemente non tutti hanno la stessa voglia del paladino. A malavoglia comunque acconsentono.
Braudo con una torcia in mano si avvia verso la cripta. Con lui ci sono quasi tutti, manca solo Foster che, essendo stato ferito durante la battaglia, viene lasciato di guardia dal capitano.
Nella cripta non câè nulla tranne una tomba coperta di fresco.
Lorena inizia ad annusare la cripta e il suo naso può concludere con certezza che non ci sono altri mostri allâinterno, perchĂŠ i mostri puzzano moltissimo e, pur non profumando di rosa, la cripta non contiene il fetore tipico degli xorn.
Gli eroi si guardano intorno, âma dovâè il ladro quando serve?â, si chiede Andrew.
Laura decide di investigare meglio la cripta ma sfortunatamente tira due volte 1.
Nel frattempo Muscy riceve il solito âpingâ, seguito dalla solita domanda
âIl caos ha decretato: Il vuoto. Vuoi intervenire?â
Lui questa volta sceglie di No.
Laura sparisce davanti agli occhi di tutti. Si ritrova in una specie di limbo oscuro completamente vuoto e non ha sensazioni nĂŠ tattili nĂŠ uditive.
âUps Laura è sparitaâ nota Piero. Cerca di percepire cosa è successo e nota le impronte di Laura sul terreno (dove la terra era stata smossa da poco) che arrivano fino a dove si trovava Laura poco prima e poi spariscono: è lo stesso effetto di quando qualcuno si scollega. âProbabilmente questo è quello che è successoâ, suppone.
Muscy, preoccupato, fa sapere agli altri del messaggio che ha ricevuto e appare nitido il ricordo dellâinterno del rifugio di Parsival. Il dragonide si tocca la spalla sperando di recuperare un salvataggio recente. Il menĂš che compare però non contiene nessun riferimento a salvataggi.
Le guardie, che non hanno notato nulla, propongono al gruppo di ritornare in cittĂ .
âCâè un posto dove dormire?â, domanda il monaco.
âCerto, vi ci accompagno ioâ, lo rassicura Braudo.
Lorena torna in forma umana prima di finire in una cuccia e Braudo e le guardie fanno un salto indietro, spaventati.
Mentre escono dalla cripta Piero lancia un curaferite su Foster che si sente subito meglio.
Braudo picchia sul portone della cittĂ , il portone si apre e le guardie fanno passare la compagnia. Le mura sono abbastanza spesse (una decina di metri), e il gruppo le attraversa.
Braudo accompagna il gruppo alla Fenice Bianca, la migliore locanda della città .
Durante il tragitto Lorena però desidera chiarirsi qualche dubbio âma è normale che seppelliate i morti a mezzanotte?â
E Braudo âperchĂŠ di notte ci sono meno attacchi dei mostriâ
âPaladino è normale?â chiede Lorena ad Andrew âE che cavolo ne so? A me lo chiedi?â risponde Andrew.
âDi giorno non si esce perchĂŠ câè il coprifuocoâ, aggiunge il capitano
âAh siamo a questo punto?â sospira sospettosa Lorena. Nessuna risposta.
La cittĂ non è enorme, si espande per non piĂš di un chilometro quadrato ed è circondata da mura esterne, ed al suo interno c’è una cittadella sopraelevata circondata da altre mura interne. Dai tetti si vede sporgere la torre di un castello. Câè inoltre qualche pinnacolo che potrebbe corrispondere a una chiesa o a una cattedrale.
Il gruppo segue Braudo e le guardie fino a un vicolo stretto dove câè una luce accesa che illumina lâinsegna con una fenice bianca rappresentata.
Matteo chiede a Braudo alcune informazioni in merito alla cittĂ e il capitano spiega la cittĂ ha un governatore chiamato Jucas Sartor De Los Michios Calientes, chiamato Gigi affettuosamente da Laura .
âE voi da dove arrivate?â, domanda la guardia al gruppo.
Marco risponde âArriviamo da Sustedâ.
âAvete attraversato la foresta, e siete ancora vivi?â, si sorprende Braudo.
âCosĂŹ sembraâ, glissa il chierico.
Lorena, dal canto suo, non è per nulla soddisfatta delle risposte frettolose di Braudo alle sue domande e incalza âDa quanto tempo succede questa invasione di mostri?
âDa un paio di mesiâ, afferma il capitano
âE non lo avete collegato a nulla?â, incalza Lorena stupita
âMah ci sono diverse teorie, alcuni dicono che sia una maledizione, altri hanno altre teorieâŚâ.
âMa non avete chiesto aiuto alla capitale?â, si preoccupa il monaco
âNo, la capitale è a una settimana di cammino da qui, quindi non è raggiungibile perchĂŠ nessuno sopravvive una settimana lĂŹ fuori!
âQuindi siete come sotto assedio?â, continua il Matteo.
âPraticamente sĂŹ. Alcuni contadini coraggiosi cercano di coltivare il cibo che sostenta la cittĂ â
âE il governatore cosa fa?â
âSi è rinchiuso nel castello, sembra molto preoccupato ma non si fa vedere tantoâ.
Lorena sconsolata dalla naturalezza con la quale Braudo accetta la situazione, chiede: âSarebbe possibile incontrare gli studiosi, quelli con delle teorie insomma?â
âCerto potete chiedere in bibliotecaâ, le sorride Braudo.
âSono tutti lĂŹ?â, si assicura Lorena.
âNo ci sono diverse persone ma per me il piĂš affidabile è il gestore della biblioteca, altri la buttano sulla religione e le preghiere.â
Matteo si intromette âPossiamo incontrare il governatore?â
âCerto posso organizzare un incontroâ, lo rassicura Braudo mentre apre la porta della taverna.
Allâinterno del locale lâostessa è intenta a servire gli avventori mentre poco distante dal bancone un bardo racconta storie a voce alta e tutti lo ascoltano. Il gruppo decide di avvicinarsi per sentire piĂš chiaramente e cerca un tavolo vicino al bardo.
Quando il gruppo si avvicina al tavolo, il bardo si alza in piedi, si arrampica sulla sedia, tira fuori un flauto e attacca a suonare. I tizi seduti con lui battono le mani a tempo.
âNo, un bardo nooooâ Esclama Marco.
Il bardo non suona benissimo. Lâostessa esce da dietro il bancone con una pinta di birra in mano e la appoggia davanti al bardo e gli dice âSwiller, fra un poâ dovremmo chiudere, facciamo che questo è lâultimo pezzo?â
âSarebbe possibile avere qualcosa da mangiare?â, la interrompe Piero.
Swiller sorride âVedi vogliono mangiare, sicuramente vogliono ascoltare la mia musica.â
Improvvisamente dal nulla ricompare Laura.
âMa dove sei stata?â, le domanda Muscy
âIn un ânon postoâ str…, ma dove siamo?â, risponde la barbara.
âIn una tavernaâ, le spiega Muscy.
âAllora birra per tutti!!â, urla la barbara.
Laura vede Swiller e lo chiama âSenti tu, mi sembri un tipo che gira molto. Che mi racconti di quello che sta succedendo qui intorno?â
Il bardo non si fa pregare âFino a un paio di mesi fa la mia modesta persona era richiestissima ovunque, ma poi da quando sono apparsi i mostri ho dovuto fermarmi qui.â
Nel frattempo appare anche Fab.
âE hai notato qualche cosa di strano, mostri a parte?â, incalza la barbara rivolta al bardo.
âIo ho notato che le prime volte, quando si cercava di uscire dalla cittĂ , quando qualcuno faceva qualcosa di particolarmente goffo, apparivano dei mostriâ ammette Swiller.
âAh, mi sembri intelligenteâ si fa sfuggire Laura, âdimmi, conosci Parsival?â
âLa leggenda? CertoâŚâ E il bardo inizia a raccontare la storia.
Narra la leggenda che un paladino solitario andasse in giro a riparare torti e ad aiutare gente. durante le sue peripezie era venuto a conoscenza di un artefatto leggendario che curava da tutti i mali âla coppa della vitaâ.
Alla fine aveva trovato lâartefatto affrontando e sconfiggendo i demoni che custodivano lâartefatto dentro un vulcano, riuscendo infine a recuperarlo. Parzival aveva poi però scoperto che lâartefatto attirava un sacco di demoni che lo volevano distruggere. Una pessima controindicazione, per cui si dice che lo abbia nascosto in un posto irraggiungibile.
âLa mia teoria è che abbia distrutto lâartefatto perchĂŠ faceva piĂš male che beneâ, aggiunge il bardo una volta finito di raccontare.
Nel frattempo Fabrizio cerca di fare il gadano con la barista e Matteo lo imita.
I due non fanno una gran bella impressione, ottengono solamente un sorriso dalla pingue ostessa, che risponde alle loro advances con un âCredevo che voi elfi foste piĂš interessati a fare cose tra di voi!â
Fab si rivolge allora a Swiller per avere altre storie o informazione e gli porge una moneta d’oro.
âVolete la storia della sconfitta di Dhrmashkriss? Preferite il racconto del mistero dei rifugi di Parzival?â
Lo sguardo dei presenti si illumina: âSĂŹ! I rifugi!â
Dal racconto viene fuori che Parzival era noto per avere dei rifugi dove lui non sembrava andasse mai, ne usciva solamente. Nessuno ha mai scoperto dove fossero di preciso questi rifugi, si dice che il primo fosse nella foresta, ci sono stati un altro paio di rifugi di cui uno era in un porto in un âaltra nazione e uno nella capitale (sempre quella ad una settimana di cammino) che si chiama Florence. Lâultimo dei rifugi dice che era proprio a Dome-Sohl, qua. Si parla di cento anni fa.
Muscy chiede âcâè un posto qui vicino che è maledetto, al quale non vi potete avvicinare?â
âEhm forse al castello, a parte il bagno dopo che câè stato Lagan Durâ risponde Swiller.
Il bardo aggiunge âSicuramente ci sono informazioni piĂš dettagliate in bibliotecaâ.
Da dietro il bancone appare Lagan Dur, un mezzâorco di due metri, con le braccia incrociate ed uno sguardo torvo rivolto verso il bardo.
Il gruppo però ha sonno e decide di andare a dormire.
Il gruppo si alza al mattino presto e scende nella sala comune e mentre al bancone câè giĂ lâostessa, da una porta laterale esce Lagan Dur, torso nudo, trafelato, con in mano un bastone.
âAmaille, abbiamo un grosso problema!â esclama il mezzorco.
âChe succede?â Dice lâostessa.
Lagan Dur âAbbiamo la cantina invasa da topi e mi fanno un poâ schifoâ, poi si gira verso il gruppo ânon è che voiâŚ?â
Lorena decide di andare a parlare con in topi e Fab e Laura vogliono proprio vederla questa.
Il mezzorco non li segue.
Nel frattempo Piero chiede della colazione.
Quando Lorena arriva sotto si accorge che i topi sono in quantitĂ industriale e sbucano da sotto unâanfora rotta appoggiata contro una parete.
I topi stanno sciamando allâinterno della cantina. E ciascuno di loro è grosso come un gatto.
Lorena decide di andare a spostare la giara: si accorge che questi sono uno sciame di topi che si sta muovendo in branco ma non in modo normale e sono terrorizzati e stanno scappando da qualcosa.
Lorena si avvicina, amichevole nei confronti dei topi, e questi si spostano per farla passare. Lorena sposta lâanfora e si vede che lâanfora è fracassata contro una fessura sul muro relativamente piccola.
Dopo un poâ di minuti i topi smettono di uscire e Lorena guarda attentamente dentro la fessura. Essendo Elfo riesce a vedere che in distanza questa fessura sembra infilarsi in pareti di roccia e in lontananza una cosa dalle dimensioni di un topo si stava avvicinando con uno stridio sulla roccia.
Guardando bene si accorge che la cosa che si muove è una mano, ma una mano staccata dal corpo, a tre metri da lei.
Lorena lancia uno sbuffo velenoso. Lo sbuffo è fumoso e copre la visuale per un poâ, dopo una decina di secondi si vede che alla mano non è successo nulla.
Fab cerca di afferrarla con un trucchetto evocando una mano magica. Gli sembra di averla afferrata e si concentra per cercare di trascinarla fuori dal buco ma la mano si oppone piantando gli artigli nel terreno e Fab non riesce a tirarla fuori.
Fab nota che non sta riuscendo nel suo intento e desiste.
Lorena e Fab chiamano gli altri âvenite a darci una manoâ.
Piero lascia la colazione a metĂ e scende e decide di utilizzare âDistruzione dei non mortiâ. Piero brandisce il suo simbolo sacro e pronuncia una formula per esorcizzare la mano, ancora nel buco. Nessun risultato visibile, per cui, visto che la mano forse in reazione al suo tentativo si gira su sĂŠ stessa e si allontana. Piero torna a fare colazione.
I tre risalgono sopra e il mezzâorco chiede âavete sterminato i topi?â.
âSe ne andranno presto perchĂŠ câera qualcosa che li turbava ma ora quella cosa se nâĂŠ andataâ risponde Lorena.
Lagan Dur prende una scopa e scende.
Finita colazione il gruppo chiede allâostessa dovâè la biblioteca e riceve le indicazioni necessarie.
Il gruppo si dirige verso la biblioteca, che è già aperta: entra e si ritrova in uno stanzone con un bancone davanti.
Al bancone c’è unâelfa assai graziosa.
âSotto la voce Parzival quanti volumi avete in questa biblioteca?â chiede Laura.
Nel frattempo Fab fa lâocchiolino alla bibliotecaria. Matteo lo vede e visto che gliene deve una è tentato di stordirlo, ma poi ci ripensa.
La bibliotecaria sorride a Fab e lo ignora rivolgendosi al gruppo âCosa cercate?â
âQualsiasi cosa che ci dia informazioni su Parzival, anche i libri per i bambini, soprattutto leggende che parlano di Parzival in questa cittĂ .â risponde Muscy.
âLâincontro che ci cambi la vita!â, urla invece il ladro.
La bibliotecaria rivolta a Fab, perplessa, âScusa?â.
Fabrizio cerca di intortarla con una serie di supercazzole ma alla fine lei decide di ignorarlo e si rivolge invece a Muscy âForse è meglio che parliate con il bibliotecario, so che ci sono dei libri in una sezione riservata che forse potrebbero esservi utili ma io non vi ho accessoâ.
Esce da una porticina dietro al bancone chiedendo di aspettare un momento.
Matteo nellâattesa nota un mappa della cittĂ appesa al muro. Il gruppo esamina la mappa con cura.
Secondo Morsac ci sono un po’ troppe strade che entrano in cittĂ , potrebbe nuocere alla difendibilitĂ della stessa.
Si vedono chiaramente la presenza di castello circondato da mura all’interno della cittĂ , il tempio, un paio di parchi, la caserma.
Il gruppo prepara una copia della mappa per sicurezza.
Arriva il bibliotecario accompagnato dallâelfa, âditemiâ.
Piero âStiamo cercando informazioni su Parzival, quale potrebbe essere il posto in questa cittĂ dove lui possa aver avuto un rifugio?â
Il bibliotecario risponde âMi dispiace ma si tratta di materiale inesistente ma esistono libri di fiabe se le voleteâ.
Il dragonide si fa avanti serio e minaccioso âSenti vecchio ci hanno detto che câè una sezione riservata non far finta di nienteâ.
âDeve esserci una buona ragione per cui mi parli in questo modo in casa miaâ risponde il bibliotecario, poi sembra ripensarci, evidentemente intimidito. âPosso concedervi lâaccesso alla libreria: vi fornisco indicazioni per unâarea dove ci sono delle statue e dietro câè l’area riservata a cui neanche io ho accesso.â e poi fornisce una serie di complesse indicazioni di tragitto.
Le informazioni che il bibliotecario ha dato al gruppo sembrano assurde ma quando entrano dentro la libreria si accorgono che sembra di essere in un quadro di Escher.
Lorena dice âche problema câè avrei trovato la strada anche se non ci avesse detto come fareâ. Seguono Lorena. La biblioteca è praticamente un Tardis, itâs bigger in the inside.
Il gruppo guidato dalla druida arriva finalmente in una stanza foderata di libri, con al centro 5 piedistalli con 5 statuette che rappresentano rispettivamente, un umano, un halfling, un tiefling, nano, un elfo.
Lâumano è nel piedistallo centrale e sul piedistallo câè scritto âPELOR TI AIUTAâ
Il monaco dice âAh Pelor, il dio della luceâ.
âIlluminiamo la statuina dice Matteo. Piero accende la luce magica e vede che sugli altri 4 piedistalli appaiono le seguenti scritte
- Gli Halfling sono subito a destra degli Elfi.
- Nè gli Umani nè i Tiefling si trovano vicino ai Nani.
- Nè gli Umani nè i Tiefling si trovano vicino ai Halfling.
- Nè gli Umani nè i Nani si trovano vicino agli Elfi.
âUmano Tiefling Elfi Halfling Naniâ Dice Morsac.
Il gruppo sposta le statue seguendo le indicazioni del guerriero e la libreria dietro di esse si apre e appare un passaggio con un arco.
Oltre lâarco câè una stanzina con al centro un libro su un piedistallo.
Matteo cerca di percepire se câè qualcosa ma non vede particolari problemi.
Lorena ritualizza âindividuazione del magicoâ girandosi la consueta canna.
Mentre aspettiamo Matteo e Fab cercano di trovare anche delle trappole.
Fatto lâincantesimo Lorena vede chiaramente che i piedistalli, le statuette, tutti i libri emettono unâaura magica. Lâunica cosa che non ha unâaura magica sono la stanza oltre lâarco, il piedistallo e il libro.
Fab prende il libro con la mano magica.
Sulla copertina del libro câè scritto âParzival LOGâ.
Fab apre il libro e dentro ci sono degli appunti scritti a mano. Il libro è scritto in inglese.
Il dragonide nel frattempo si tocca la spalla e câè un nuovo messaggio da Giobin:
Mandata richiesta aggiuntiva al supporto. La prima risposta arrivata conferma che Parzival era il nickname utilizzato da uno dei beta-tester. Stanno cercando di contattarlo e mi fanno sapere prima possibile. Stanno anche cercando di collegarsi da remoto al nostro sistema ma sembra ci siano difficoltĂ perchĂŠ le utenze abilitate sono tutte in uso e non riescono ad accedere con quelle di amministrazione. Consigliano di NON scollegarsi fisicamente e di cercare un punto di salvataggio e uscita dal sistema ancora attivo, ce ne dovrebbero essere diversi.
Piero si tocca la spalla e cerca di capire se è attivo il salvataggio ma rimane deluso.
Riguardando il libro sembrano appunti in inglese presi qua e lĂ da qualcuno che scriveva a mano, sembrano un promemoria che Parzival scriveva per se stesso.
Fra le annotazioni il gruppo trova alcune informazioni utili, Parzival è esistito davvero ed ha vissuto in diversi luoghi in giro per il mondo. Lâultimo luogo in cui è stato avvistato circa un centinaio di anni fa è proprio Dome-Sohl. In Dome-Sohl aveva costruito un rifugio sotterraneo accessibile dalla cima della collina che sovrasta la cittĂ , di fronte alla cittadella. Ci sono altri posti dove Parzival era stato, il porto e la nave.
A Piero viene in mente che visto che il libro dei LOG era in una zona riservata, è meglio richiuderla prima di allontanarsi. Il gruppo muove le statue e la zona si richiude.
Nessuno percepisce nulla di strano tranne una strana sensazione, come di essere osservati.
Tornano indietro e il bibliotecario dice âSpero che abbiate trovato quello che cercavate e confido che terrete il segreto di quello che avete vistoâ.
I membri del gruppo si presentano , spiegano al bibliotecario che cosa stanno facendo e chiedono se vuole unirsi a loro.
âMi piacerebbe molto ma non posso lasciare la bibliotecaâ risponde e poi si presenta âmi chiamo Krynt Bassilisâ.
Il gruppo si dirige verso la piazza che a destra ha una collinetta e le torri del castello, a sinistra câè un tempio. Il tempio è posto sopra una collina.
Lâingresso del tempio è nel lato rivolto verso sud.
I PG entrano nel tempio ed un signora grande e grossa vestita da sacerdotessa va loro incontro. La sacerdotessa ha in mano un secchio e una scopa.
Si vedono diverse statue con un guerriero in armatura ed in evidenza câè sempre un guanto dâarme. Sul guanto câè scolpito un occhio.
Matteo riconosce il simbolo (lâocchio): è un tempio di Helm, dio della protezione.
âBenvenuti al tempio di Helm, la prossima funzione sarĂ alle 12:30â dice la sacerdotessa.
Lorena dice âvorremmo visitare il tempioâ
Sacerdotessa âCerto vi potrei accompagnareâ.
Lorena âPerfetto, vorremmo vedere i sotterranei!â
Sacerdotessa âNo le catacombe sono state sigillate dallâordine di Helmâ.
Nel frattempo Andrew sparisce.
Lorena insiste nel chiedere delle catacombe e la sacerdotessa decide di portare il gruppo dal Grande Sacerdote.
Attraversano un paio di stanze e arrivano davanti a un portone in legno tutto decorato con davanti due âguardie Svizzereâ.
La sacerdotessa bussa alla porta e da dentro arriva una voce tonante âSĂŹ? Che câè?â
âHo dei visitatori che avrebbero delle cose da chiedere, possono essere ricevuti?â
Si sentono dei rumori come se venissero spostate delle cose e poi si sente âPrego entrateâ.
Muscy introduce il gruppo âNoi siamo un gruppo di studiosi e vorremmo accedere alle catacombe?â
âStudiosi?â risponde il sacerdote fissando la barbara.
Piero interviene âSiamo studiosi con una scortaâ, poi fa un cenno a Morsac che accompagna Fab, Lorena e Laura fuori.
Matteo âSiamo in pellegrinaggio per approfondire il culto di Helm, e vorremmo visitare le catacombe, sarebbe un problema?â
Sacerdote âSĂŹ, sarebbe un problema perchĂŠ sono sigillate ed inoltre le catacombe non appartengono al culto di Helmâ
Muscy âE perchĂŠ sono chiuse?â
Sacerdote âĂ un’informazione riservataâ
Piero âPerchĂŠ avete deciso di costruire il tempio di Helm su delle catacombe che disconoscete?â
Con questa domanda Piero colpisce nel segno.
Sacerdote âIn effetti abbiamo costruito il tempio per impedire lâaccesso alle catacombe, e il tempio di Helm consente protezione da quello che è successo nelle catacombe. Helm è il Protettore e ha impedito un’invasione che avrebbe potuto distruggere la cittĂ â
Piero âInvasione da parte di chi?â
Sacerdote âTutto quello che potete immaginarvi. Però è stato circa 80 anni fa. Ci sono stati 20 anni di problemi e per questo motivo si è deciso di costruire il tempio.â
Piero âHai mai sentito parlare di Parzival?â
Sacerdote âCerto e che câentra Parzival?â
Piero âDa nostri studi questo luogo potrebbe essere un rifugio di Parzivalâ
Il sacerdote emette un sospiro âSĂŹ, riteniamo che la causa dellâinfestazione fosse proprio il fatto che questo fosse un rifugio di Parzival, i mostri andavano verso il luogo dal quale usciva Parzivalâ.
Piero âE lâaccesso alle catacombe è qui?â
Sacerdote âSĂŹ ma non si può entrareâ.
âE non vi è venuto in mente che i mostri di oggi abbiano a che fare con quelli di 80 anni fa?â chiede Piero
âNo perchĂŠ sono diversi. I mostri delle catacombe erano sempre mostri di genere malvagio, demoni, diavoli, non morti. Quelli che stanno apparendo adesso sono di ogni tipo, anche non malvagi, come ad esempio animaliâ
Muscy perde la pazienza e cerca di intimidire il Sacerdote urlando âGuardi che se non ci fa entrare nelle catacombe qui viene fuori un casino su tutta la cittĂ â.
Il sacerdote impallidisce, poi risponde âSe proprio insistete, sappiate che è una responsabilitĂ grande che vi prendete, per cui, se andate, ci andate a vostro rischio e pericoloâ.