The Strange: Prima Missione: Mostri, Gatti e altre cose S01x04 Parte Prima

I due gruppi arrivano all Fondazione in momenti diversi e con mezzi diversi.
I componenti del Van sono accolti da Thomas che prende con sè Jerry, ringrazia per quanto avete fatto e riferisce che Katherine gli ha detto di dirvi che la missione è stata un successo, si complimenta e consiglia a tutti di riposare visto che più tardi ci sarà un debriefing.

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L’elicottero atterra e, ad attenderlo, ci sono Aliky e Stephanie.
Aliky saluta Carl e fa i complimenti a tutti per la soluzione della difficile operazione. “Stiamo cercando di capire chi erano quei tizi che avete incontrato”.
Stephanie si avvicina a Norma, saluta tutti, e poi le due si allontanano.
“Anche il gruppo di Adrian” prosegue Aliky “ha fatto curiosi incontri! All’OSR è scoppiato un inferno!”
“Katherine mi manda a dirvi di riposarvi, e che più tardi vi avviserà in merito alla riunione di debriefing delle operazioni” poi, rivolgendosi a Steven e Aldo Maria “Gran battesimo sul campo! Considerata la piega incredibile che ha preso la vostra estrazione, sia voi, sia i vostri compagni che erano con Adrian, vi siete comportati in modo impeccabile! Bravissimi!”

Proseguire la lettura in “The Strange – Cosa accade a Norma dopo S01x03”

Il gruppo si divide nei diversi appartamenti per lavarasi e riposarsi e, ognuno di loro, trova un libricino sul tavolo intitolato “La Fondazione – Benvenuti nell’Anomalia”.
A fianco al plico si trova un messaggio da parte di Katherine J. Manners che si complimenta per la conduzione della vostra operazione.
Mentre ogni componente è intento nelle diverse attività: lettura del libercolo, doccia, riposo, arriva un messaggio firmato da Katherine che avvisa che la sessione di debriefing è stata spostata alle 15.00 del giorno dopo.

Sala Colazione
Sala Colazione

Il mattino seguente il gruppo si reca a fare colazione e tutti notano Stephanie che parla con Norma ma, dopo una serie di sguardi, tutti decidono di non intervenire e incomincia un serrato confronto sulle rispettive missioni. Non erano ancora riuscito a farlo e la curiosità era tanta.

Finita la colazione ognuno di loro si dedica ad a esercizi fisici e di meditazione come gli è stato insegnato nei giorni passati dai vari istruttori e, dopo pranzo, si recano nella sala dove si tiene il debriefing della missione.
Nella stanza, oltre a Katherine ci sono Jerry e Norma.
“Benvenuti, immagino che, almeno uno dei due lo conosciate, loro sono Norma e Jerry e, da oggi, fanno parte della Fondazione”
Jerry e Norma salutano con un cenno le persone del gruppo che li ha, rispettivamente, tratti in salvo.
“Da oggi lavoreranno con voi” continua lei “e il lavoro non mancherà certo”.
Sembra stanca.
“Agli eventi di cui vi narravo la volta scorsa, alberi che camminano, palazzi avvolti da gelatina, grifoni nei parchi, si sono aggiunte altre situazioni particolari, non ultime le curiose apparizioni di persone apparentemente dell’OSR nelle vostre missioni”
“Ah già gli Ent!” dice Aldo Maria “Hanno poi risolto?”
“Si, ora tutto è tornato nella normalità” risponde lei
“Ent? Grifoni? Ma cos’è questa roba?” chiedono Jerry e Norma sconcertati
“Qui alla Fondazione scoprirete che il mondo che vi circonda vi può riservare ben più di qualche sorpresa, non smettete mai di sorprendervi e la vostra vita sarà piena come non mai, oggi siamo molto in emergenza ma non appena le acque si calmeranno vi spiegheremo tutto con calma, ora, accompagnando i gruppi che vi hanno estratto, farete un po’ di esperienza sul campo”.
“Il motivo dell’estrazione poco consona con i nostri standard di cui voi siete stati protagonisti” dice lei rivolgendosi ai due nuovi .”E’ che ultimamente pare che alcuni Risvegliati come me e voi siano stati coinvolti in spiacevoli incidenti con entità provenienti da altre ricorsioni”.
Fa una pausa.
“Risvegliati che ancora non si erano avveduti della loro particolare condizione ma che sia noi, sia l’OSR stavamo osservando, proprio come nel vostro caso”.
“La situazione che si sta verificando è piuttosto strana, è già un evento abbastanza raro che appaiano oggetti da altre ricorsione, ma è ancora più raro che appaiano esseri. E’ tutto molto curioso, anzi, spaventoso”.
“La situazione quindi è che noi e l’OSR, come abbiamo fatto con voi due, stiamo cercando di recuperare il maggior numero di Risvegliati di cui siamo a conoscenza. Stiamo collaborando con l’OSR perché, in fondo, condividiamo il problema ma è bene ricordare che siamo due cose ben diverse. Tanto per dirne una, noi siamo civili, loro sono militari”.
“Tutto il personale è stato richiamato, anche le persone che ancora seguivano la formazione e gli agenti silenti, mai era capitata una cosa simile”
“Le due squadre che hanno partecipato al vostro salvataggio erano infatti composte da un operativo esperto e due agenti che non avevano ancora finito il percorso di training e continueremo ad usare questa metodologia che ha sicuramente dei rischi ma il momento impone l’assunzione di qualche rischio”
“Le persone da recuperare infatti sono tante e sono sparse in tutto il mondo”.
“Quindi la prossima estrazione la dovremmo fare noi?” chiede Norma
“No, in realtà no! Va bene assumersi qualche rischio ma, visti gli ultimi risvolti, fino a che non scopriamo chi erano quei tizi dell’OSR che avete incontrato e come neutralizzarli, mandare personale non ancora formato sarebbe troppo pericoloso. Va bene assumersi dei rischi ma pensare di perdere una squadra di agenti per salvare un nuovo Risvegliato, per quanto prezioso e per quanto a malincuore, mi sembra una follia”.
“Come mai siete così in contrasto con l’OSR” chiede Jerry.
“Non siamo in contrasto con l’OSR” risponde Katherine.
“Ma non vi combattevate sotto casa mia?” replica Jerry.
“No, quelli pare non fossero dell’OSR, o almeno così sostengono all’OSR, fatto sta che quello è un altro dei problemi con cui da oggi ci troviamo a dover trattare”
“Potrebbero far parte di un’organizzazione segreta dell’OSR” dice Solomon.
“Infatti stiamo indagando con loro e anche senza di loro” risponde Katherine.
“Ma pensate che L’OSR stia facendo il doppio gioco?” chiede Steven.
“Non lo sappiamo, noi al momento si lavora assieme, ma siamo ben consci di quanto loro siano complessi come organizzazione, non è detto che le persone con cui abbiamo a che fare noi sappiano tutto e non è neanche detto che la maggior parte delle persone sappiano tutto”.
“Ma, detto questo, quando sono apparsi gli agenti dell’OSR alla richiesta se loro stessero facendo operazioni sul campo, la risposta è stata negativa. Erano sinceri, abbiamo controllato e, siccome sanno che siamo in grado di capirlo, mentire, tra l’altro, non avrebbe senso”.
“Inoltre anche l’OSR ha tutto il personale impegnato in estrazioni e quindi anche loro si stavano chiedendo da dove fossero usciti questi agenti. Hanno avviato un’indagine interna”.
“Vi invieremo ad indagare su una situazione che purtroppo…” ma viene interrotta
“Non ho capito il “purtroppo”” interviene Norma.
“…purtroppo non siamo arrivati in tempo” continua Katherine “la giovane Risvegliata è morta e vi chiediamo di andare ad indagare sul posto per cercare di capire cosa sia successo”
“Ma quindi è colpa dei Risvegliati se si aprono questi varchi?” chiede Solomon.
“In realtà mi pare improbabile, non riesco a pensare che alcuni Risvegliati si mettano all’improvviso ad aprire varchi impropri”.
“Come vi dissi anche l’altra volta ci sono le squadre di estrazione e ci sono gruppi che stanno cercando di capire cosa accade”.
“L’altra volta avete fatto parte del gruppo degli estrattori oggi sarete nella squadra di chi indaga”
“Ci saranno persone dell’OSR?” chiede Solomon
“Per quel che vale, la risposta è no” dice Katherine
“Il caso su cui verrete inviati ad indagare è quello di una ragazza trovata morta in modo, diciamo, molto sospetto in casa sua a Portland”.
“La scena del crimine è abbastanza efferata, la Risvegliata è stata trovata in casa sua con il torace dilaniato e con la devastazione intorno”
“Ipotesi?” chiede Solomon
“Alien” risponde Aldo Maria Picozzi
Tutti restano interdetti per qualche secondo.
“Il cadavere è stato portato dal Coroner immagino” dice Steven
“Male!” interviene Norma “Così mi avete contaminato la scena del crimine!”
“Un attimo” interrompe Katherine “Andiamo con calma, si tratta di un omicidio, la polizia locale è già intervenuta e ha fatto le sue rilevazioni questo è il primo problema, ma noi vi mandiamo lì anche per un secondo problema”
“Voi vi coordinerete con loro, li abbiamo già chiamati e vi aspettano”
“Incredibile Norma! Ci sono altri professionisti nel mondo” la prende in giro Steven
“C’è un secondo problema! Quale secondo problema?” dice Norma ignorando tutti e con un tono di voce piuttosto alto.
“Ci sono state, tra l’altro, delle novità da questo versante: il team di Aliky, che unisce persone della Fondazione e persone dell’OSR, ha scoperto che tutte le apparizioni dopo tre o quattro giorni scompaiono autonomamente”
“Anche la gelatina, dal palazzo, è scomparsa dopo 3 giorni e mezzo”
“E’ un po’ come sta scritto sul libricino che ci avete dato, quando si torna da una ricorsione e ci si porta qualcosa dietro da lì?” chiede Jerry
“Si, una cosa simile in effetti, sembra che questi esseri arrivino da una ricorsione alla Terra passano per un varco improprio e poi ne subiscano gli effetti”.
“Come stavo dicendo, normalmente, in questi ultimi giorni, quando si trova un Risvegliato, questi viene trovato morto e, solitamente poi succedono cose strane, Ent, Grifoni, Gelatina, ricordate?”
“Ma c’è un secondo problema avete detto” dice una Norma sempre più in ansia.
“Si, sono state trovate altre persone dilaniate nei dintorni e, non del tutto casualmente, temo.”
“Quindi non la Risvegliata?” replica Norma e poi in rapida successione:
“Quindi dilaniate dopo?” “E lì nei dintorni?” “E’ importante!”
“Lo so che è importante!” Norma è un fiume in piena.
Gli altri la guardano un po’ interdetti.
“Ma dilaniate dall’interno o dall’esterno?” chiede Steven con una voce molto calma e profonda.
“Nei rapporti si parla di ferite provenienti dall’esterno” risponde Katherine poi, guardando Aldo Maria, scuote un po’ la testa e ammicca un sorriso, “Immagino che anche loro abbiano visto Alien e che abbiano concluso che non si trattasse di lui”.

dna
Ce lo avrà il dna?

“E sono state trovate tracce di DNA?” interviene Solomon..
“Si, ed è alieno, suppongo sia per quello hanno accettato di buon grado il nostro coinvolgimento”.
“Quanti giorni sono passati dal primo accadimento?” chiede Jerry
“La ragazza risvegliata è morta due giorni fa” risponde Katherine
“Suggerisco di aspettare altri due-tre giorni” dice Norma ad un tono di voce piuttosto acuto.
Gli altri si guardano di nuovo un po’ interdetti.
“Ma potrebbe morire altra gente” suggerisce Aldo Maria
“E fate evacuare la zona” insiste Norma.
Katherine sorride.
“Le unghiate e i morsi corrispondono a qualche cosa? Avete un database qui?” chiede Solomon
“Abbiamo un database, ma incrociare le informazioni della polizia locale con qualche miliardo alla n di creature presenti in tutte le ricorsioni al momento conosciute non penso sia la cosa più performante”.
“Mi spiego meglio, diciamo che ci venga detto che le unghiate sono compatibili a quelle di un orso, voi immaginate quante razze con unghie simili ad un orso si possono trovare nelle varie ricorsioni? Diciamo che il DNA ci aiuterebbe un po’ di più ma, al momento non ci hanno ancora mandato campioni di pelle da studiare e, anche se lo avessero fatto, in questo specifico momento non saprei proprio chi coinvolgere per le analisi”.
“Ma non potremmo vedere se è possibile convertire questa missione con una di estrazione?” propone Norma.
“Considerato come sono andate le ultime due, direi che un’indagine è più sicura, se è questo che ti preoccupa” le risponde Katherine.
“Ma hanno trovato tracce intorno ai corpi?” insiste Solomon.
“Si, nel sangue, ma non di bestie, umane, o meglio di piedi che potrebbero entrare dentro delle scarpe”.
“Registrazioni della zona?” continua Solomon.
“Si ci sono ma non viene rilevato niente di particolare”.
“Quindi” riprende Solomon “Impronte umane, DNA alieno, segni di unghiate e di morsi di un grosso animale”.
“Un uomo che trasforma le sue mani in unghie bestiali” pensa Steven ad alta voce “Wolverine!”.
“Ma quindi noi dobbiamo abbattere la creatura?” chiede Solomon.
“Sarebbe meglio contenerla” risponde Katherine.
“Ma nel caso la si può uccidere, giusto?” insiste Solomon.
“Potrebbe essere senziente, magari potreste provare a parlarci” continua Katherine “Ah! Dimenticavo, i vostri tutor hanno molto elogiato il vostro comportamento e quindi in questa missione vi coordinerete da soli” poi aggiunge “Ah! Solo una cosa, i crypto ve li diamo perché li usiate quando necessario, non risparmiateli, mi hanno detto che, l’altra volta, non ne avete usato nessuno, non li collezionate tanto non ne potete tenere più di un certo numero”
“Ma dobbiamo andare a cercare qualcosa che uccide?” la voce di Norma assume un tono ancora più acuto.
Alcuni membri del gruppo cercano di tranquillizzare Norma, la quale continua a ripetere “Moriremo tutti!”.
“Ma io avevo fatto un patto!”.
“Non posso fare una cosa simile!”.

“State calmi, la missione è nelle vostre possibilità e non sarete soli, noi vi seguiremo e rimarremo in contatto con voi in ogni istante e, per l’occasione, anche se non è proprio regolare ma in questi giorni cosa è ordinario?” e Katherine consegna ad ognuno di loro il badge che li rende a tutti gli effetti degli agenti operativi della missione.

Finalmente operativi
Finalmente operativi

“Ora siete a tutti gli effetti degli agenti della Fondazione” conclude.
“Portland è la vostra meta, questi sono i dossier dell’operazione”.
“E se incontrassimo agenti dell’OSR?” chiede Solomon.
“Seguite l’esempio di Carl, PRIMA ci si presenta e POI si spara” replica Katherine
“Quindi il protocollo da seguire è quello? Prima si chiede e poi si spara?” chiede con tono volutamente pedestre Solomon.
“Si, è quello, ma il protocollo, se così lo vogliamo chiamare, prevede anche che si ascolti la risposta” precisa lei “possibilmente capendola” conclude.
“Ah! Io non posso passare il mio tempo a impedirgli di sparare alla gente!” esclama Aldo Maria.
“E immagino che sia necessario che rimanga qualcuno qui a fare da ponte radio!” continua.
“No, bel tentativo comunque” risponde Katherine alzando gli occhi al cielo “Ci sono già delle persone preposte a quel compito che viene svolto per più gruppi”
“Come dicevo” continua Katherine “vi mandiamo lì perché, anche se le indagini sono state fatte e ci hanno chiamato perché siamo in contatto con loro, preferiremmo che dei risvegliati analizzassero la scena del crimine e i cadaveri”
“Potremmo condividere le nostre capacità” propone Jerry al gruppo “Così ci potremmo coordinare meglio non travate?”
“E che poteri avrei io? Io so di averne, o almeno così mi avete detto, ma nessuno mi ha addestrato!” risponde Norma.
“Io là non ci vado, mandateci dei risvegliati full optional!” conclude gridando
Katherine inspira profondamente.
Alexandra rompe il ghiaccio e dice: “Io sono un’escapista”.
“Io faccio a pezzi la gente!” afferma con entusiasmo Solomon.
“Io picchio” dichiara Steven.
“Io sono bravissimo a coordinare le persone da remoto” urla Aldo Maria.
Jerry e Norma continuano a cercare di convincere il gruppo che lasciarli alla Fondazione potrebbe essere una buona idea.
“Ma perché noi!” dice una Norma esasperata
“Perché noi abbiamo doti non comuni” le risponde Solomon che poi dichiara: “Lui si occupa della legge” guardando Steven “Io faccio supporto armato”.
“Lei” continua, guardando Alexandra “è brava a convincere le persone”.
“Potremmo fare così, noi proteggiamo voi cervelloni a capire cosa è successo, ti sembra abbastanza chiaro Orsetto Peter?” conclude rivolto ad Aldo Maria
“Preferirei Aldo Maria” interviene Aldo Maria
“Quindi questa volta prendiamo l’elicottero!” dice entusiasta Alexandra
“Il vostro addestramento è solo rimandato, non appena riprenderemo il controllo di questa cosa” gli riferisce Katherine “Ah! Se vi steste chiedendo come mai queste cose non accadono qui nella fondazione, il motivo è che sia qui sia nall’OSR ci sono sistemi di sicurezza che impediscono questo genere di apparizioni”.
“Ok, allora si va, come si chiamava la prima vittima?” Chiede Steven
“Mary Roosvelt, la risvegliata, mentre le altre due vittime erano due barboni” gli risponde Katharine, trovate tutto nel dossier che vi abbiamo dato.
Il gruppo si dirige da Al, in armeria, dove si procurano un po’ di equipaggiamento, poi vanno verso la pista in cui li aspetta l’elicottero.
Aldo Maria dichiara di soffrire il mal d’aria, Solomon lo mette vicino al finestrino.

Polizia di Portland

Mentre sono in elicottero Norma chiede agli altri come fa a capire i suoi poteri.
Loro le raccontano come ne sono venuti a conoscenza.
Atterrano a Portland.
“Allora, coordiniamoci” dice Solomon “coi poliziotti ci parla Steven, io e te” rivolto a Jerry “saremo a protezione degli altri”.
Poco più avanti gli viene affidato un Van della fondazione, Jerry viene scelto come guidatore.
Mentre Jerry cerca un posto dove parcheggiare il Van, gli altri scendono e si dirigono verso la centrale di polizia.

Polizia di Portland
Polizia di Portland

Steven si presenta alla reception come un agente della Fondazione.
Vengono raggiunti da un uomo che si chiama Mark Singer e si presenta come il comandante del distretto: “Benvenuti, vi stavamo aspettando”
“Vi prego di ringraziare la Fondazione da parte mia, il caso in cui ci siamo imbattuti è molto strano, infatti ho affidato le indagini a persone molto riservate e ho tenuto alla larga la stampa”.
“Immagino che abbiate tutte le informazioni che ho mandato alla Fondazione, avete bisogno di qualcosa?”
Intanto sopraggiunge Jerry.
“Possiamo dare un’occhiata alle salme?” chiede Solomon.
Il comandante chiama un poliziotto e fa accompagnare il gruppo all’obitorio, al piano di sotto.
Alexandra resta a parlare con il comandante.

Coroner
Coroner

All’obitorio li attende un medico che parla con il poliziotto che li ha accompagnati e apre la cella in cui si trova Mary e altre tre vittime.
I cadaveri che vengono mostarti appartengono a due donne e due uomini.
I corpi delle due donne, pur avendo affrontato una autopsia, mostrano un viso che non fa pensare ad una vita per strada, mentre quello dei due uomini appartengono dichiaratamente a due barboni.
Norma, dopo un momento di smarrimento, tra le varie celle frigorifere raggiunge il gruppo e se ne esce con un: “Presto andiamo sulla scena del crimine!”
Tutti di voltano verso di lei.
Solomon le dice sottovoce “Norma, siamo all’obitorio per vedere le salme di Mary e dei barboni”.
“Ma noi dobbiamo andare sulla scena del crimine! ORA!” replica lei a voce decisamente alta.
Il poliziotto che li ha accompagnati e il medico di turno la guardano esterrefatti.
Solomon prende per un braccio la biochimica, la porta vicino al cadavere di Mary e, esasperato, le dice in tono perentorio ma a bassa voce: “Ora tu esamini questo cadavere e tutti quelli che servirà esaminare e DOPO ANDREMO SUL LUOGO DEL DELITTO, DOPO!”
Improvvisamente poi Solomon si volta, vede di fronte a sè il corpo della ragazza, sbianca e viene colto da improvvisi conati di vomito.
Il medico gli si avvicina e gli porge una pomata e gli dice: “Forse è meglio se si mette questa sotto il naso”.
Norma si concentra quindi sul cadavere di Mary “La ragazza che sta guardando è stata trovata in casa, i due barboni per strada in due vicoli e la donna nel bagno di un pub” dice il medico.
“Il serial killer è della zona, tutte le vittime sono state trovate nel raggio di un chilometro” continua.
“A che ora risalgono le morti?” chiede Norma
“Mary è morta alle 16.00 di due giorni fa, i due barboni la notti scorsa, verso le 5, mentre la donna ieri pomeriggio intorno alle 17.00” risponde il medico.
“Mi scusi ma in un pub e nessuno a visto o sentito nulla?” chiede Aldo Maria.
“No, nessuno ha sentito nulla e date le ferite questo è molto curioso. Il modus operandi del killer, inoltre, è molto strano non è sempre uguale a volte è stata squartata la gola, altre volte squarcia il petto”
“Sotto le unghie delle vittime è stato trovato qualcosa?” chiede Solomon
“Si, del materiale genetico molto strano, è quello che abbiamo mandato alla fondazione” risponde il medico.

Intanto Alexandra chiede al comandante della polizia se ci sono stati altri eventi strani in città, e il comandante le risponde di no.
“La cosa strana è che alle vittime, per quanto ci è parso di capire, non è mai stato sottratto nulla” le dice il comandante.

i 2 barboni
i 2 barboni

“Cosa  lega le vittime?” chiede Jerry
“A parte il fatto che sono stati uccisi e che abitavano nella stessa zona, direi nulla. Beh, in effetti, i due barboni li abbiamo trovati insieme, probabilmente condividevano lo stesso vicolo”.
Poi il medico si ferma un attimo a pensare e aggiunge “In effetti hanno un’altra cosa in comune, sembra che l’essere abbia preso dei pezzi dei loro corpi, pezzi di carne, assimilandolo ad una animale direi per mangiare, ma non li ha morsi, li ha strappati con gli artigli. Penso che se ne sia cibato perché non sono stati trovati, un animale però avrebbe lasciato dei morsi. Qui non ci sono”.
“Beh, potrebbe anche averli portati ai suoi cuccioli” sottolinea Norma.
“Si, in effetti si” conferma il medico.
Aldo Maria prova a capire se l’analisi dei corpi gli fornisce una premonizione.
Nota, dalla posizione delle ferite, che un umano standard non sarebbe stato in grado di infliggerle con quella angolazione, qui si è di fronte a qualcuno veramente alto, gli viene in mente un giocatore di basket e con braccia molto lunghe anche per un giocatore di basket.
Solomon chiama il coordinamento e chiede se l’invio del DNA ha portato a qualche risultato.
Gli rispondono che ci sono due o tre ricorsioni da cui potrebbe arrivare.
Aldo Maria gli fornisce gli ulteriori dettagli a cui è pervenuto e l’utente al coordinamento gli dice di attendere.
Un momento dopo riferisce che l’essere arriva da una ricorsione governata dalla cosiddetta Scienza incredibile, un’evoluzione su qualche genere di scienza che qui sulla Terra non c’è ancora, e che probabilmente si tratta di un essere umano evoluto o modificato.
Il gruppo si ricompone e si dirigono verso la scena del delitto.
Mentre sono sul furgone, Jerry chiede a Norma se, secondo lei, le ferite sono state inferte da elementi biologici o meccanici, lei risponde che le ferite non erano nette e quindi propende per gli artigli e non per lame.
Arrivano all’indirizzo del palazzo del primo omicidio, la casa è situata in una zona molto viva della città, parecchi giovani sono in giro.
Ci sono locali notturni, pub e luoghi dove mangiare ovunque.
La vittima studiava e lavorava in un pub vicino all’università.
Salgono al secono piano dove si trova l’appartamento di Mary.
La porta presenta i soliti sigilli della polizia.
Entrano facendo attenzione a non romperli.

Casa di Mary
Casa di Mary

La casa è composta da un ingresso/sala, una cucina sulla sinistra e un bagno sulla destra.
Nella sala si trovano un divano, un televisore, una scrivania e diverse librerie.
Norma, avvisa tutti di lasciarla operare, si concentra, svuota la mente e cerca di analizzare l’appartamento in profondità.
La posizione del corpo di Mary è stato segnato con il gesso: si trovava di fronte al divano con un braccio appoggiato sui cuscini del divano, stando alla sagoma Mary doveva essere una ragazza ben alta.
Intanto Alexandra si guarda intorno.
Jerry controlla il gruppo e cerca di capire se tra questa situazione e la sua c’è qualche relazione, ha come una strana sensazione, intanto Solomon sintonizza la radio su quella della polizia.
Steve invece cerca, attraverso le informazioni del dossier, di ricostruire l’accaduto e nota che l’intera stanza è abbastanza in ordine e, il vero caos è circoscritto all’area intorno al divano.
Norma visualizza un indizio: l’assassino sembra essere sorto progressivamente dal terreno, come se una cosa piccola fosse cresciuta.
Aldo Maria vede, in giro per casa, parecchi volumi di materiale esoterico, e la cosa gli fa pensare che Mary potesse usare i suoi poteri da risvegliata senza sapere di esserlo.
Solomon, non appena Aldo Maria condivide le sue risposte dice: “Quindi, abbiamo tre tipi di risvegliati: quelli che non lo sanno, quelli che non lo sanno ma usano i poteri che scoprono, e quelli che, in qualche modo, vengono istruiti a farlo, siano essi indipendenti, inseriti in un’organizzazione o siano dei razziatori, incomincio ad avere mal di testa!”
Alexandra scopre che alcuni volumi si ricollegano a miti e leggende stregonesche estoni, Mary giocava a fare la strega, “Sarebbe potuta diventare un paradox” pensa.
Intanto Norma nota un secondo indizio: l’essere è giunto attraverso o contemporaneamente all’uso di un crypto.
Steven vede tracce di un animale domestico e trova la cassettina di un gatto ma, del gatto, non c’è traccia né nell’appartamento, né sui rapporti.
Steven, Alexandra e Solomon escono dall’appartamento e si guardano intorno in cerca di indizi e del gatto.

Guardaroba
Uno strano guardaroba

Norma vede un terzo indizio: nell’armadio ci sono dei vestiti più maschili e un uomo non figura da nessuna parte, inoltre Mary, lo vede da parecchi indizi, doveva essere di un ordine maniacale, tutti i libri sono alla stessa altezza e, nell’armadio, i vestiti più femminili sono da una parte e quelli più maschili dall’altra, controlla i cassetti e anche quelli sono divisi.
L’armadio inoltre, tra i vestiti maschili, presenta una gruccia vuota mentre, nella parte femminile, tutte le grucce vuote sono insieme.
Norma è sicura che l’essere ha preso dei vestiti. Mary non avrebbe mai lasciato una gruccia vuota in mezzo ai vestiti.
Ad un tratto Norma sente che deve guardare dalle parti del divano, cerca ovunque e trova, sotto il divano una scatoletta vuota che ritiene essere molto importante.
La passa ad Aldo Maria, è una scatola di legno.
Jerry posa gli occhi sulla scatola e sbianca, sul coperchio della scatola c’è il simbolo dell’infinito.
Si siede dicendo, con un filo di voce: “E’ la stessa scatola, LA STESSA!”
Una scatola identica a quella lui l’aveva vista a casa sua quando ha trovato la sua famiglia massacrata, ai tempi non gli aveva dato nessuna importanza, ma oggi vedendola qui, tutto il panorama di congetture che si era fatto, cambia drasticamente.
Jerry racconta la sua storia e dove si ricorda di aver visto la scatola.
Intanto Steven, Alexandra e Solomon vanno in giro per il condominio, Steven bussa ad una porta, apre una donna di colore non molto alta con una bambina che le spunta da dietro che avrà tra i sei e gli otto anni.
Si presenta come detective Starr “Ci hanno già interrogati” risponde la signora.
“Si lo sappiamo, ma siamo un’unità speciale e stiamo facendo un approfondimento di indagine, ai nostri colleghi potrebbe essere sfuggito qualcosa, cosa ci può dire della sua vicina Mary?” interviene Solomon
“Guardi, una ragazza molto carina ed educata, ogni tanto alzava il volume della tv ma, se glielo facevamo notare lo abbassava subito e si scusava”
“Aveva un gatto, sapete come si chiamava?” chiede Steven
“No” ci pensa ” mi spiace”. A quel punto interviene la figlia “Io lo so mamma, si chiamava Mizzy! Nero un bel gattone nero con una macchia bianca sulla coda”
“Ciao, come ti chiami?” le chiede Steven
“Cheryl” risponde la ragazzina
“E hai notato qualcos’altro?”
“No, sentiva sempre la televisione molto alta” risponde Cheryl
“E avete visto qualcosa di particolare, gente strana che girava per il palazzo?”
“No, non nel palazzo, sotto invece c’è sempre molta gente, difficile dire se ci fosse qualcosa di diverso” risponde la madre.
“Come mai ti stai concentrando così tanto sul gatto?” Chiede Solomon a Steven
“Non so ho una strana sensazione” risponde lui.
“Chiamo gli altri” dice Solomon e si allontana

Intanto nella casa di Mary
“Sappiamo se la ragazza era separata?” chiede Norma a Jerry e Aldo Maria.
“Non risulta dai dossier” risponde Aldo Maria
Solomon chiama Norma e gli altri e chiede: “Norma  ci sono peli neri in giro per l’appartamento?”
“Si” risponde lei “sembrano di un gatto”
“Vi metto in comunicazione con il coordinamento” dice lui e poi “pronto coordinamento buongiorno, Agente Solomon da Portland, sotto le unghie della donna uccisa nel bagno del pub sono state trovate tracce di pelo di gatto?”
“No, nessuna traccia di peli di gatto nè su di lei nè su nessuno” risponde una voce e si scollega.
“Ma perché vi interessa tanto questo gatto?” chiede Norma.
Aldo Maria gira la scatola e vede un timbro che dice: “Consegnare a Lea Grant”
“Ma state interrogando i condomini? Chiedete se aveva un fidanzato, altro che gatto!” dice Norma

Steven, che sta ancora parlando con la signora nera, sente la domanda di Norma e la ripete alla signora.
“Mah, più che un fidanzato parlerei di una fidanzata, certo ci si può confondere visto che si vestiva sempre con abiti piuttosto maschili, ma si trattava di una ragazza, ci siamo incrociati qualche volta in ascensore” risponde lei.
“Ma è da un bel po’ che non la vediamo, prima viveva qui con lei”.

Aldo Maria, sentendo la risposta della signora nera contatta il coordinamento “Buongiorno agente Picozzi da Portland, vi risulta che una Lea Grant vivesse qui insieme alla defunta Mary?”
“No, non ho file su conviventi di nessun tipo, probabilmente non siamo mai arrivati a quel tipo di rilevazioni”.

Il gruppetto che sta facendo gli interrogatori nel palazzo bussa ad un’altro appartamento, apre un ragazzo bianco sulla trentina.
“Detective Starr”
“Buongiorno, siete qui per l’omicidio della ragazza immagino” risponde lui
“Saprebbe dirci qualche dettaglio?” chiede Steven
“No, mi spiace, ero all’università, mi spiace molto, Mary era una ragazza adorabile”
“Conoscevi bene la vittima?” gli domanda
“Si, andavamo spesso a delle feste insieme”
“E conoscevi anche la sua amica Lea Grant” interviene Solomon
“Si certo, c’era spesso anche lei, ma ora non stavano più insieme, circa due settimane fa c’è stato un litigio furioso, litigavano spesso ma quella volta è sembrato subito più grave, nessuno ci ha capito un gran che, so solo che dopo Lea ha smesso di venire a dormire da Mary”
“E sai dove possiamo trovarla?”
“Non so dove abiti adesso, ma so che lavora al bar dell’università, dovrei avere uno dei suoi bigliettini da qualche parte” dopo aver cercato qualche minuto lo trova  e glielo consegna.
“Sai qualcosa del gatto della vittima?” chiede Steven
“Il gatto? Ah! Si! Mizzy, no, non l’ho più visto mi stavo giusto chiedendo chi se ne stesse occupando”.
Arriva un messaggio da parte del coordinamento, risponde Solomon “Agente Solomon, dite pure”
“Ciao Solomon” è la voce di Aliky “avete chiesto informazioni su Lea Grant, come mai?”
Anche gli altri sono in collegamento
“Il suo nome è su ua scatoletta qui a casa di Mary, la ragazza trovata morta qui a Portland” risponde Aldo Maria
“Questo è molto curioso, Lea, è una risvegliata, è accaduto due giorni fa, la cosa si fa interessante! Fatevi valere micetti, baci, baci!” e Aliky chiude.
Steven, Solomon e Alexandra, al piano superiore, vicini all’ascensore, si guardano per un attimo in silenzio. lo stesso fanno Jerry, Norma e Aldo Maria al piano di sotto. Nel sistema di comunicazione scoppia l’inferno.
Jerry:”Presto dobbiamo raggiungere Lea potrebbe essere uccisa da un momento all’altro”.
Alexandra: “Sappiamo che lei lavora al bar dell’università!”
Solomon: “Pronto distretto di polizia di Portland, buongiorno, avete informazioni in merito ad una certa Lea Grant, lavora al bar dell’università”.
Lorena:”Noi abbiamo la ricostruzione”
Jerry:”Ci dobbiamo muovere immediatamente”
Lorena:”ABBIAMO UNA RICOSTRUZIONE”
Aldo Maria: “Fermiamoci un attimo e condividiamo la ricostruzione”
Alexandra: “La condividiamo sul furgone, andiamo!”
Solomon: “La polizia dice che c’è stato un altro omicidio ora mi fanno sapere di questa Lea Grant”
Tutti gli altri: “Chi? Chi hanno ammazzato? Lea Grant? La Fidanzata?”
E, nel marasma più totale…

Ascensore
Ascensore

Si apre l’ascensore dietro a Steven, Solomon e Alexandra.
Una musica smooth jazz, tipica da ascensore, si spande nel corridoio, esce un signore discretamente in sovrappeso, con un cappello da baseball, una t-shirt logora, un paio di pantaloncini, scarpe da ginnastica e un sacchetto della spesa.
Si ferma e comincia a tirare un guinzaglio, “Dai dai vieni, stai tranquillo non succede nulla” e piano piano si vede apparire un gattone nero con la punta della coda bianca.

Gatto nero coda bianca
Gatto nero coda bianca

“Oh che gatto bellissimo” esclama Alexandra mentre Solomon estrae la pistola e la punta sulla faccia del signore col cappello da baseball.
“Fermo dove sei!” gli urla Steven
Il signore, impietrito, fa cadere il sacchetto della spesa, si rompe, alcune mele rotolano per terra, il gatto corre al fondo del corridoio e fissa la scena.
“Saaaaaaaalve” dice Alexendra, mettendosi tra la pistola e l’uomo mentre da dietro la schiena fa segno a Solomon di mettere via la pistola.
Ma Solomon la sposa e gli dice: “Prego si identifichi!”
Lui fissando la canna della pistola farfuglia un “E…e..e…e…Ed”
Alexandra cerca invano di attirare l’atetnzione di Ed ma Solomon, impietoso gli intima “Ed, guarda chi ha la pistola! E adesso Ed dimmi, su, dove hai preso il gatto Ed? Guardami Ed!”
“E’… è… è venuto…to a grattare alla mi…mia po…po…porta” dice lui con un filo di voce molto tremolante.
“E non ti è venuto il dubbio che il gatto fosse della vicina eh! Ed”
“Q…Q…Quale v…v…vicina”
“Abbassa tua pistola” gli sussurra Alexandra
“Possiamo noi parlare cinque minuti senza che nessuno si faccia male, eh! Solomon?” conclude lei.
Ma Solomon non sembra dare retta a nessuno.
“Ed, noi adesso prendiamo il gatto e tu non ti muovi, d’accordo Ed?”
Ed intanto, tremando, sta prendendo il cellulare quando Salomon, sempre con l’arma puntata gli mette una mano sulla spalla e gli dice: “Ed lascia stare, posa quel cellulare”
La situazione precipita.
Steven punta la sua pistola alla tempia di Solomon e gli intima di mettere via la pistola “Sal Abbassa quella cazzo di pistola!”
Ed, incomincia ad essere perplesso “Scus.. scusate…” prova a dire
“Sereno Ed qui nessuno si farà male, vero Sal?” cerca di dire Steven con voce calma e poi “Sal abbassa la pistola”.
“Che cosa hai comprato Ed?” Steven tenta di rilassare la situazione mentre lui punta una pistola verso Solomon e, Solomon, punta una pistola a Ed, “Se anche Ed avesse una pistola si potrebbe tentare un bel Mexican standoff, ma Ed non ha una pistola” pensa Steven.
“Q… q…qualche mela e t…t…tre birre” risponde Ed “N… n… ne volete u… u… una?”
“Ma ci rendiamo conto che c’è stato un altro omicidio!” esclama Solomon
“UN OMICIDIO!” urla Ed.
“Ora basta” Alexandra è esasperata “Solomon, Steven, mettete via pistole, tu Ed vieni qui”.
“Io comunque prendo il gatto” dice Solomon recuperando il guinzaglio e prendendo in gatto in braccio.
Tutti è due mettono via le pistole.
“Ma il gatto è suo?” dice Ed da dietro le spalle di Alexandra “B… b… bastava dirlo che era suo!”
“Ed, siamo una squadra che è stata creata da poco e abbiamo ancora qualche difficoltà…” cerca di scusarsi Steven
“Ma non mi dire!” la voce di Ed si è fatta un po’ stridula.
“Ora io accompagna Ed al suo appartamento, Solomon tu restituisci il gatto” dice Alexandra
“Ma non ci penso neanche per sogno il gatto resta qua” gli risponde Solomon
“Ehm, signor Ed, gli facciamo due domande e poi glielo riportiamo” lo rassicura Alexandra.
“Al gatto?” chiede Ed.
E, mentre Ed dice “Si certo, non vi preoccupate” risale sull’ascensore e aziona le porte che si chiudono con Ed dentro.
“Ma lo avete lasciato andare via così?” dice Solomon incredulo e poi rivolto a Steven “Perché mi hai puntato una pistola addosso?”
“Solomon! Stavi puntando una pistola ad un povero Cristo!” gli urla addosso Steven.
“Possiamo noi andare via?” esclama Alexandra.
“C’è stato un altro omicidio?” chiede intanto Jerry nell’auricolare.
Alla voce di Jerry si sovrappone quella del canale radio della polizia, pare che sia stata chiamata la polizia da qualcuno che denuncia la presenza di due pazzi con le pistole insieme ad una ragazza di origine russe, pare abbiano preso un gatto, l’indirizzo è quello della casa della vittima.
Alexandra chiama il commissario, di cui non si sa come mai abbia il numero.
“Commissario!” dice Alexandra “Ci scusi! Per la storia del gatto ora cerchiamo di mettere le cose a posto”
“Ma cosa diavolo state facendo! E poi cosa c’entra questo gatto!”
“E’ il gatto della prima vittima, commissario”
“Il gatto? Vabbè sentite, io già mi sto esponendo, cercate di tenere un basso profilo, PER DIO! Poco vicino a voi abbiamo trovato una altro cadavere, due condomini dopo il vostro, stesse modalità”
“Cerchiamo di non far toccare da nessuno la scena del crimine questa volta!” urla Norma nell’auricolare
“Commissario può dire ai suoi agenti di non toccare nulla, vorremmo essere i primi ad analizzare la scena”
“Ok, ma non fate altri scherzi! E togliete le armi a quei due pazzi! Prima che qualcuno si faccia male!”
“Senz’altro caro, mi mandi l’indirizzo, a presto” termina Alexandra
Il gruppo si riunisce “Bene, ora possiamo cominciare con la famosa ricostruzione?” chiede Aldo Maria e poi “Ah! Avete trovato il gatto!”
Alexandra alza gli occhi al cielo.
“Qualcuno sa parlare con gli animali?” chiede Solomon
Tutti si guardano perplessi.
Ma Alexandra ha qualcosa da dire “ALLORA, CHIARIAMO SUBITO UNA CUOSA, NON SI PUNTANO ARMI IN FACCIA A GENTE, PRIMA SI PUARLA! CHIARO!”
“E allora facciamoci sparare addosso” risponde Solomon
“Ma tu nato per questo! No? Altrimenti devo requisire vuostre armi, me lo ha detto il commissario!” replica Alexandra
“Ma noi vi vorremmo far sentire la nostra ricostruzione” insiste Norma.
“Vi proporrei di fare la ricostruzione mentre andiamo sulla nuova scena del crimine” prova a a suggerire Aldo Maria mentre pensa “Questa cosa della ricostruzione sta raggiungendo un livello epico”.
Il gruppo decide di dividersi nuovamente, una parte andrà sul luogo del delitto mentre, l’altra, si dirigerà da Lea
“Ok allora prima di separarci vi facciamo la ricostruzione!” ci riprova Aldo Maria
“Allora” comincia Norma “Secondo noi le due, Mary e Lea, erano fidanzate ma un po’ di tempo fa  si sono lasciate”.
“Il problema era che Lea probabilmente aveva un crypto, un crypto che pare fosse dello stesso tipo di uno che aveva già visto Jerry”.
“E’ successo un fatto simile sia con il crypto di Jerry sia con questo, in tutti e due i casi è apparso qualcosa che ha fatto una strage”.
“Pare che questo crypto apra un portale su una ricorsione”
“La cosa che non ci torna è che Lea si è risvegliata da due giorni e Mary da due settimane e il crypto si trova qui con il nome di Lea sopra”.
Norma conclude “Quindi ora è il caso che qualcuno, senza pistole si rechi da Lea e le chieda cosa diavolo ci fa qui questa cosa”.

Mostro MangiaUomini
Mostro MangiaUomini

“Si e poi c’è il mostro che si mangia la gente” fa notare Aldo Maria.
Si discute su come formare i due sottogruppi.
Steven, Aldo Maria e Norma vanno a vedere la scena del crimine.
Solomon e il gatto, Jerry e Alexandra (rinominata Lex da Steven) vanno da Lea.

 

 

Questo riepilogo è stato letteralmente rubato da http://www.langoliere.net/blog/

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