L'angolo di Giovanni Binando » Umorismo

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Il principe ed il povero

 C'era una volta un giovane principe che non aveva assolutamente voglia di studiare e che passava le sue giornate ad inventare sempre nuovi modi per sfuggire alle sue responsabilità.

 Un giorno vide passare per caso fuori dal castello un ragazzino che gli assomigliava in modo impressionante, vestito di stracci e gli venne subito un'idea.

 Chiamò il ragazzo e gli propose di sostituirlo per fare i compiti, studiare ed imparare le buone maniere.

 "E io che ci guadagno ?" disse il povero.

 "Innanzi tutto vitto ed alloggio; inoltre tu saresti il principe, con tutti i vantaggi connessi ! Io nel frattempo prenderò il tuo posto e me ne andrò un pò a zonzo."

 Il giovane si fece convinvere: si scambiarono i vestiti ed il principe, vestito da povero, se ne andò tra la folla.

 Nel giro di pochi giorni il principe si accorse che tutto sommato fare il povero presentava anche degli inconvenienti: in genere c'era poco da mangiare, non si sapeva bene dove andare a dormire, le gente lo trattava male e quei pochi soldi che riuscì a racimolare facendo lavori saltuari andarono tutti a finire in tasse!

 Fu così che il principe decise di ritornarsene alla sua vecchia sana vita da aristocratico e si avviò verso il palazzo.

 Quando però cercò di mettersi in contatto con il suo sosia, non riuscì a trovarlo, quindi decise di chiedergli udienza.

 Con suo sommo stupore, non gli venne accordata, anzi, venne cacciato in malo modo!

 Allora entrò di nascosto nel giardino reale ed aspettò di incontrare il giovane sostituto.

 Quando lo vide gli corse incontro e gli disse:

 "Senti, abbiamo scherzato: adesso basta, voglio ritornare a fare il principe! Grazie di tutto ed arrivederci!"

 Il sosia rispose:

 "GUARDIEEEEEEE ! Arrestate questo giovane delinquente che mi ha aggredito e minacciato !!!!!!"

 Subito arrivarono le guardie, che afferrarono il principe travestito da povero e lo arrestarono.

 Il poveretto cercava di divincolarsi ed urlava:

 "Lasciatemi! Sono io il vero principe! Costui è un impostore! Non potete farmi questo! Vi farò impiccare! ..."

 Il sostituto disse:

 "Abbiate la compiacenza di impiccarlo a quell'albero laggiù!"

 Le guardie lo portarono all'albero, presero una corda, la insaponarono e la misero attorno al capo del principe travestito.

 "Voglio esprimere almeno l'ultimo desiderio! Voglio fare una telefonata!"

 Il sosia, che conosceva il trucco della telefonata che allunga la vita, gli fece portare un telefono a gettoni e gli diede un gettone.

 Il principe telefonò alla sua fidanzata, che era l'unica che avrebbe potuto riconoscerlo e quindi salvarlo.

 Lei rispose subito:

 "Ciao principe! Mi ami ? Ma quanto mi ami ? E mi pensi ? Ma quanto mi pensi ? Ah, scusa un attimo che ho un avviso di chiamata!"

 I pochi gettoni che il principe aveva a disposizione (era ancora vestito da povero) si esaurirono ed il principe non fece in tempo a chiedere alla fidanzata di intervenire; anzi, qualche piccolo sospetto sulla sua integrità morale si fece strada nella sua mente.

 Ma furono dubbi di poca durata in quanto venne subito impiccato ed il giovane sosia visse felice e contento.

 

 Morale: il denaro non dà la felicità, ma non averne è molto peggio.

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