L'angolo di Giovanni Binando » Umorismo

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Il pifferaio magico

 C'era una volta un giovane musicista che si guadagnava da vivere suonando il piffero.

 Purtroppo non aveva molto successo in quanto era assolutamente, completamente ed irrimediabilmente incapace di suonare qualsiasi strumento e meno che tutti il piffero.

 Del resto non era capace di fare alcunchè, e si era rivelato tanto inabile in qualsiasi tipo di lavoro manuale, quanto impedito nel cercare di svolgere qualsiasi compito che richiedesse un minimo di impegno intellettivo.

 Quando fu addirittura scartato dal corpo dei Carabinieri, l'unica soluzione che gli restava per sopravvivere era quella di provare comunque a fare il suonatore ambulante.

 Persino gli animali inorridivano nel sentire gli spaventosi lamenti emessi dal suo piffero! Tutti! Tranne i ratti!

 Queste simpatiche bestiole infatti sembravano gradire il talento del giovane ed accorrevano a frotte ad assistere ai suoi spettacoli.

 Questo comunque non giovava al povero pifferaio, facendo scappare a gambe levate anche i poveri sordi che riuscivano a stargli nei dintorni quando suonava.

 Un giorno ebbe un'ispirazione che era destinata a cambiargli la vita.

 Andò in piazza ed incominciò a suonare ininterrottamente per ore ed ore ed in città incominciarono ad accorrere frotte di topi, ratti e pantegane, tanto che dopo un pò la gente incominciò a preoccuparsi.

 "Vattene ! Basta ! Non se ne può più ! Chiamate le guardie ! ... "

 Era proprio quello che il pifferaio voleva: smise per un attimo di suonare e fece la sua richiesta:

 "Se volete che me ne vada con tutti i topi, dovete sganciare centomila talleri (che al cambio attuale valgono circa venti milioni) in banconote da piccolo taglio non segnate !"

 Le autorità si riunirono d'urgenza per decidere il da farsi, mentre la quantità di topi stava diventando impressionante: una marea di bestiacce grigie, nere e marroni col pelo ispido che emetteva un fetore nauseabondo si era ormai raccolta in tutte le strade del paese.

 I gatti dei dintorni, dopo un primo attimo di entusiasmo, si accorsero di essere decisamente in svantaggio e fuggirono a gambe levate.

 Alla fine il pifferaio ottenne ciò che voleva e se ne andò, seguito dai suoi piccoli fans (altro che Renato Zero), divenendo in breve tempo ricco e famoso.

 

 Morale: impara l'arte e mettila da parte.

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