Shadow of the Demon Lord: episodio 1

Vittima o demone?

Continua il diario di Wian, il PG del Langoliere, che potete trovare in versione integrale sul suo sito http://www.langoliere.net/blog/.

La battaglia è stata dura, alcuni di noi sono stati feriti, anche in modo serio. Mentre controlliamo che non ci siano altri avversari, il nostro compagno Orco, seppur ferito, si rialza e Tatana si cura.

Ad un certo punto ci guardiamo tutti,  si sente un suono sordo e ritmico che pervade tutto l’ambiente.

TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM  TU-TUM

Probabilmente c’è sempre stato ma il clangore della battaglia non ce lo ha fatto notare. Di fronte a noi c’è un altare ed a destra delle scale che scendono.

Scarlet chiede se non troviamo anche noi che sia un’ottima idea tornare indietro. La situazione ha messo tutti a dura prova.
Ci riuniamo e decidiamo di indagare intorno all’altare.
Tutti abbiamo ben chiaro da dove il rumore provenga ma abbiamo bisogno di riposare, soprattutto la mente.  Io mi occupo di Immonhem, sembra star bene e lo ringrazio per la sua fedeltà e la sua bravura. Sono conscio che la mia permanenza in questa valle di lacrime è garantita dalla sua enorme capacità.

Indaghiamo quindi la zona dell’altare. Questi mostra un colore scuro ma assolutamente non riflettente.  Cominciano ad analizzarlo i nani ma, dopo che vediamo i guerrieri fissare stolidamente l’altare ci aggiungiamo io e Sterco.

Altare magico

Investigando sull’altare mi è chiaro che la vibrazione sia legata ad una magia e mi pare anche di intuire che la serie di labirinti in cui ci siamo imbattuti sia creata dallo stesso altare.
Sterco va verso le scale, guarda e vede sotto la rampa di scale un corridoio.
Si volta e dice ad alta voce quello che tutti abbiamo ormai capito: il battito e la relativa vibrazione vengono dalle scale.
Gabe tocca l’altare e sente solo una vibrazione. Tatana ripete l’operazione e sente immediatamente molto freddo e si ustiona la punta delle dita.

Scale inquietanti

Tra le vive proteste di Scarlet, che insiste per tornare indietro, scendiamo dalle scale, entriamo in un corridoio largo circa 4 metri con muri che sembrano essere fatti di ossidiana e che emanano una luce violacea. Non c’è una luce molto forte ma la mia vista mi permette di vedere chiaramente. Avviso Immonhem di starmi vicino e di appoggiarmi una mano sulla spalla se non dovesse vedere bene.
Al fondo vediamo una porta socchiusa.
Strano, sembra che da dietro le pareti qualcosa gratti.

Ci fermiamo ad ascoltare, si, indubbiamente c’è qualcosa dietro le pareti., sembra di sentire unghie graffiare il vetro. A volte qualche tonfo. Ci guardiamo intorno con aria sospettosa. Tatana si avvicina ad una parete e, immediatamente fa un balzo indietro.  Al suo avvicinamento dal muro è apparsa una faccia urlante.
Ci avviciniamo tutti e molti esseri, una vera e propria orda di esseri tormentati si lancia contro i muri.
Sono tutti vestiti con una tunica bianca, ci sono bambini, donne, uomini e vecchi. La vista è agghiacciante. Si scagliano contro il muro che, improvvisamente, sembra essere diventato trasparente. Pare che siano attirati da noi come un insetto dalla luce. E’ terrificante, premono contro il muro, si calpestano, bambini vengono schiacciati contro le pareti. Ossa vengono frantumate.
Tutti rimaniamo impressionati.
Scarlet e Immonhem scoppiano in lacrime, io soccorro la mia guardia del corpo, Tatana si occupa di Scarlet..
Gabe batte sul muro e tantissimi esseri si affollano.
Un bambino si schianta contro questa specie di vetro e cade indietro.
Lui sembra divertito. Quell’automa deve avere qualcosa di malato tra i suoi meccanismi. Il suo creatore doveva essere un sadico, o lui o l’anima che ha legato.
Diciamo a Gabe di finirla e andiamo lentamente avanti verso la porta socchiusa.

Porta misteriosa

La porta ha dei fregi elaborati che non capiamo e, guardando oltre la soglia non si vede nulla, sembra di guardare il trono, nessuna luce.
Leghiamo Gabe, gli diamo una torcia e lo mandiamo oltre la porta.
Appena lui entra nella stanza la luce illumina una piccola cripta che contiene un altare.
Entriamo.
Una donna è seduta sull’altare, ha una benda sugli occhi, dalla descrizione sembra Ser.
La chiamiamo ma non risponde.
Cerchiamo di parlarle ma lei continua a non rispondere. Ci avviciniamo.
Appena ci muoviamo la porta da cui siamo entrati si chiude.
Scarlet cerca di scappare ma sbatte una facciata contro le porte e si ferisce.
La donna scende i gradini di fronte all’altare.
Appena scesa dall’ultimo gradino scoppia in una risata agghiacciante e togliendosi le bende fa vedere le orbite vuote.

Ren?

Allunga una mano verso di noi e, dal braccio, vediamo la carne liquefarsi. Una crepa le si crea sul volto e tutta la pelle, come quella di un serpente, le scivola via, mostrando una creatura albina che, al posto della bocca, ha una lunga fila di denti.

La vera forma del demone?

La vibrazione e il battito ora ci è chiaro da cosa erano generati: una grossa cisti dietro all’altare pulsa. E’ appesa al soffitto e contiene qualcosa, qualcosa di orrendo.
L’essere che una volta era Ren, scatta velocissimo, attacca Helmut e lo ferisce.
Gabe prova a caricarlo e picchiarlo con la sua mazza ma lui lo blocca con noncuranza con la mano.

Ci dividiamo in due gruppi: Tatana, Helmut, Samal e Gabe tengono impegnati l’essere albino. Io, Immonhem, Scarlet e Sterco corriamo verso la ciste pulsante.

Io, Immonhem, Scarlet riusciamo a colpire la ciste è un fiotto di materiale nero ci colpisce. E’ disgustoso ma non pare essere nocivo. Sterco fa lo stesso ma da lontano, ad ogni colpo inferto all’orrenda vescica, la creatura albina urla.
L’orco carica la creatura e la colpisce aprendole una profonda ferita sul fianco.
La creatura è esterrefatta, si guarda la ferita, guarda Samal e, muovendo il braccio con una velocità inumana gli attraversa il torace da parte a parte e, prorompendo in una risata terrificante, ne estrae il cuore.
L’orco prima si irrigidisce per un attimo e poi si affloscia come un sacchetto vuoto.

Rimaniamo tutti paralizzati. La prima a riscuotersi è Tatana che ferisce la creatura con una mazzata. L’azione della nana ci fa riprendere e tutti sferriamo colpi ai rispettivi avversari con maggior vigore in un misto di rabbia e terrore.

Helmut cerca di parare i suoi colpi e si frappone tra la creatura e noi ma, dopo una serie di colpi anche la creatura trova un varco e affonda i suoi denti appuntiti sulla gola dell’automa. Sentiamo la sua struttura cedere. Lo scuote da una parte all’altra come farebbe un leone con un pezzo di carne morta e poi lo lascia andare.

Gabe cade a terra provocando un rumore sordo, non si rialza.

Pare disattivato.

La cisti malefica

Tatana riesce di nuovo a ferire la creatura e, nello stesso momento Sterco colpisce per l’ennesima volta la cisti che sembra iniziare ad afflosciarsi lentamente.
Io e Immonhem continuiamo a picchiare la ributtante vescica.
Anche Scarlet la colpisce e la ciste esplode.
La creatura urlando frana addosso a Helmut e, ritrasformandosi in Ren, abbraccia Helmut e gli sussurra con un filo di voce: “Grazie per avermi liberata”.
E poi spira e il suo corpo avvizzisce.
Gabe, lentamente, si rialza.

Io, Immonhem e Scarlet siamo ricoperti di materiale organico.
Dalla ciste una spada, dalla lama nerissima, cade a terra e, appena tocca terra si sente un suono chiarissimo, come un TING che ci riscuote tutti.

Con la coda dell’occhio noto come Gabe stia rimirando la spada.
Sebbene abbia combattuto con noi e sia anche stato ferito il suo comportamento mi ha lasciato interdetto. Chiedo a Immonhem di raccoglierla tra le proteste dell’automa.

Spada nera

Lui la prende e, appena la tocca si blocca per qualche istante.
Mi spavento, ho reagito in modo avventato. Immonhem si riprende subito e mi racconta che ha avuto una visione. Ha visto Ren, dentro il tempio del gufo, credeva di essere in contatto con lui, credeva di  essere chiamata da lui. L’ha vista percorrere la nostra stessa strada, arrivare qui, scendere le scale e prende la spada che era sull’altare. Immediatamente, il demone si è impossessata di lei.
Cerca di combatterlo ma non ce la fa ed è costretta a vedere, impotente, il suo corpo che esce dalla foresta e va a rubare due mucche a Gunther.
Porta poi le mucche al tempio dove, con la spada, le sventra e,  dopo aver recitato parole in una lingua a lei sconosciuta,  dalle loro carni sanguinanti  viene creata la ciste.
Le ultime immagini che Immonhem vede siamo noi che entriamo e la creatura che è annidata dentro Ren comandare i non-morti di attaccarci.
Gli esseri che abbiamo visto immaginiamo possano essere le anime dei sacrifici umani avvenuti nel passato.

Ci puliamo come riusciamo. Io mi scuso con Immonhem della mia scarsa prudenza e gli dico che, una volta controllato che la spada non possa nuocergli, può ritenerla sua. Gabe non apprezza.
Decidiamo di ritornare e, tristemente, riportiamo l’orco e Ren indietro.
Entrambi hanno sofferto, è giusto che vengano riportati a casa per essere pianti dai loro cari.
Uscendo vediamo due grosse crepe sui muri e le creature urlanti sembrano sparite. Ci auguriamo che la morte dell’essere immondo abbia permesso anche a loro di trovare la pace.
L’altare del piano di sopra ha perso la lucentezza e sembra che abbia della pietre fuori asse.
Sterco lo sposta e rivela una nicchia che contiene un sarcofago.

Un dardo avvelenato scatta verso di lui ma il goblin riesce a spostarsi in tempo.
Dentro la nicchia si trova il corpo di un sacerdote ormai ridotto a sole ossa.
Insieme a lui oggetti di valore (Sterco stima in circa 5 ma) e un anello nel dito del sacerdote, ai piedi del sarcofago, Sterco trova una bottiglietta che parrebbe essere una pozione di guarigione. “Chi mai lascerebbe una pozione di guarigione ad un morto!” dice il goblin indignato.

Tutti, seppur esausti, scoppiamo a ridere.  Sembra essere passato un secolo dall’ultima volta che abbiamo riso!

Usciti dal tempio il labirinto non c’è più, al suo posto una strada dritta che ci porta alla tenuta di Gunther.
Lui ed Elly, la mia goblin, ci corrono incontro e al nostro arrivo, il mandriano vede subito che l’orco è morto. Mi pare di notare un velo di rimorso sul suo volto.
Gli raccontiamo quanto avvenuto.
Il cadavere dell’orco viene lasciato momentaneamente nella tenuta di Gunther.

Portiamo il cadavere di Ren al tempio del gufo.
Sorella Ser sta pregando, si interrompe e si gira verso di noi.
Il goblin corre e abbraccia Ser. Bè, dei due soggetti almeno uno si salva!
Io le racconto la storia di Ren.
Tra le lacrime ci ringrazia e ci dice che sarebbe felice se noi potessimo partecipare al funerale che si terrà l’indomani.
La salutiamo assicurandole che ci saremo.

E’ venuto il momento di incontrare anche il potere politico dopo quello religioso. Dopo una rapida discussione se dirigerci dal connestabile o dal borgomastro, decidiamo per il primo.
Questi ci accoglie molto calorosamente dicendoci che Gunther gli ha già fatto arrivare molte notizie ma  preferisce sentirle da noi.
Gli raccontiamo tutto e, alla fine, lui si alza si dirige verso una grossa cassaforte prende una cosa e me la consegna, dicendoci, in modo solenne: “Vi consegno le chiavi della città in segno di gratitudine per il vostro operato che, a rischio delle vostre stesse vite, ha garantito alla nostra comunità un futuro più sicuro. Qui sarete sempre i benvenuti!”.

Mi consegna anche una sacchetto con 1 m.o. e 6 m.a. (mi occuperò di dividere la m.o. tra tutti, ma sono sicuro che dovrò fare attenzione a quei due). Ci dice anche che verrà appesa una targa nella piazza per ricordare il sacrificio di Samal e, con l’occasione ci chiede se possiamo portare la notizia ai suoi parenti che abitano in un paese vicino (il paese in questione è sulla strada del ritorno) e noi gli diciamo che lo faremo.

“Ora dobbiamo andare dal borgomastro” e scompare in un’altra stanza. io intanto guardo il pacchetto che ci ha consegnato e noto che, all’interno, c’è una chiave enorme, cerco di immaginare il chiavistello in cui potrebbe entrare una cosa simile.

Ritorna da noi in alta uniforme, o almeno quella che lui considera un’alta uniforme. Arriviamo all’abitazione del borgomastro, bussiamo ma nessuno risponde. Il connestabile lo chiama ripetutamente ma nulla. Tutto è immerso nel silenzio. Alla fine ci guarda, si stringe nelle spalle e prova a spingere e la porta si apre.

La scena che si para davanti a noi è inquietante, il borgomastro si è impiccato al centro della stanza e, sul dipinto a cui sta lavorando ora c’è una scritta fatta con colore rosso: U’ddadax non morirà mai!

Aiutiamo il connestabile a tirare giù il corpo.

Lui è, molto agitato, ci dice che dovrà prendere il ruolo del borgomastro e indire nuove elezioni. Sembra spaventatissimo.

Lo salutiamo e torniamo a casa di Gunther per dormire un’ultima notte, domani ci aspetta il funerale di Ren e poi si comincerà il viaggio verso casa. Il mio cliente sarà contento, avrà la sua erba, la nana è risultata molto preziosa.

Ho anche dovuto sventare un goffo tentativo di furto da parte di Gabe, mi devo ricordare di fargli un discorso sulla correttezza, ALMENO all’interno del gruppo, se mai volessero continuare a farne parte.

Il funerale seppur triste è molto sereno, tutti i convenuti hanno portato fiori con cui è stata coperta la salma di Ren posta su di un prato. Ormai il suo corpo non è più visibile, sembra che sul prato sia sorta un’oasi fiorita. Poi improvvisamente un gufo con un occhio solo, planando, si appoggia proprio sulla sommità dei fiori.   Si alzano le preghiere. Il gufo si solleva e muovendo le ali, disperde tutti i fiori. Il corpo di Ren è sparito!

Il gufo se ne va e, con lui, anche le persone cominciano a rincasare, il sole è alto. Ser viene a salutarci, noi l’abbracciamo e cominciamo il nostro ritorno a casa.

La strada del ritorno ci porta al paese in cui gli amici di Samal si sono stabiliti, raccontiamo a loro la sua storia e il suo eroico sacrificio. Se all’inizio ci avevano accolto in modo sospettoso, alla fine ci ospitano per la notte e, quando ripartiamo, dobbiamo far attenzione che i loro abbracci non ci fratturino qualche osso.

Ripartiamo, chi a cavallo, chi a piedi e procedendo verso casa ripercorriamo tutte le imprese che abbiamo vissuto, e parliamo un po’ del nostro futuro, Tatana ci dice che dopo aver sperimentato la furia della battaglia ha deciso di tornare alle tradizioni naniche, ha capito che per risolvere le situazioni intricate la sua sola abilità di erborista non è servita.
Io non sono d’accordo ma lei insiste dicendo che rispetterà il suo motto di famiglia “Usa un martello più grosso” e mi chiede se può farsi insegnare qualcosa da Immonhem. “Nessun problema” le dico io “Sempre che la mia guardia del corpo non abbia niente in contrario”.
“Assolutamente niente in contrario Signore”.

Scarlet dopo aver pregato ripetutamente tutti gli dei, conosciuti e sconosciuti, per cavarsi dalla situazione di merda in cui si era cacciata e visto che è, contro ogni aspettativa, sopravvissuta, ci dice che ha fermamente deciso che la religione è la via per salvare la pelle e quindi porterà il suo cammino in quella direzione.

Il buon Helmut ci ha provato a smettere i panni del pirata e seguire la pacifica vita del cuoco ma a quanto pare stroncare degli scheletri si è rivelato più divertente del previsto. ha deciso quindi di appendere il mestolo al chiodo, con grande dispiacere di Elly, e vuole ripescare le vecchie arti dell’arrembaggio dei tempi andati da bucaniere, ci vorrà solo un po’ di pratica ma intende tornare in forma.

I due curiosi venditori ambulanti, si, alla fine anche loro hanno deciso di unirsi a noi, molto onestamente, per quanto questo termine sia decisamente inadatto, riferiscono di voler approfondire l’arte del furto e del sotterfugio presso un gilda. Dicono di sentire la chiamata. Sono curiosi, buffi ma curiosi.

Io mi guardo intorno, sono partito insieme alla mia guardia personale e alla mia cuoca-governante e ritorno con sei compagni con cui ho affrontato sfide incredibili e rischi indicibili. A loro non ho ancora detto niente riguardo alla mia capacità che tanto rivela del mio passato. Ci sarà occasione.

Non so ancora dove dirigere i miei interessi, avrò tempo di pensarci a casa ma devo dire che la magia incontrata qui mi ha ricordato che è la magia che mi ha messo al mondo e che quindi è forse venuto il momento di accettare la mia strada.

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