DnD 5e: chi si rivede!

Mentre il gruppo sta ancora esaminando il corpo smembrato della vittima degli ettin, Lorena e Fab spariscono davanti agli occhi di tutti con il consueto e preoccupante effetto di sfocatura. Sono rimasti in tre!

Piero, che si era preparato a fare un bel “pippone” a Fab osserva sconsolato ed un po’ deluso il punto dove il ladro è scomparso.

Morsac, Muscy e Piero si guardano tra loro un po’ preoccupati.

Il percorso fatto sinora è pressappoco di quattro ore, manca ancora parecchio per completare una intera giornata di cammino, ed in tre potrebbe essere pericoloso continuare.

Morsac cerca di guardarsi attentamente intorno per individuare eventuali pericoli o impedimenti nel proseguire nel percorso ed il tempo si ferma improvvisamente per tutto il gruppo ad eccezione del solito Muscy che sente “Bing!” e riceve il messaggio:

Il Caos ha decretato: Il sonno della ragione

Vuoi intervenire? (Sì)/(No)

Nonostante l’invocazione a Tharizdun questa volta il warlock non riesce a concentrarsi a sufficienza e ad intervenire, per cui il tempo riprende a scorrere.

Kobold
Coboldo

Davanti al gruppo, proprio sulla strada nella foresta che il gruppo stava per imboccare di nuovo, ecco apparire un gruppetto di mostriciattoli alti non più di un metro ciascuno, squamosi, che emettono dei suoni simili a dei latrati.

Il gruppetto è parzialmente minaccioso ed in parte spaventato dal gruppo, Muscy se ne accorge e decide di cercare di spaventarli. Battendo ferocemente il piede per terra il dragonide emette un urlo molto simile ad un ruggito.

Il coboldi si guardano l’un l’altro ma ciò che vedono nei propri alleati è solo terrore, per cui i latrati si trasformano immediatamente in guaiti, mentre si danno alla fuga disordinatamente, sparendo nella foresta.

Piero a questo punto cerca di esaminare i dintorni nuovamente, ma vede solamente i mostriciattoli infilarsi tra i cespugli talmente di corsa che probabilmente non sarebbe possibile raggiungerli neanche volendo.

Nessun altro segno di pericolo, a quanto pare, per cui il gruppo si avvia per la stradicciola con cautela.

Non passa neanche un quarto d’ora quando in lontananza si sentono diversi tipi di urla, da una parte urla stridule e feroci e dall’altra urla femminili terrorizzate.

arpia
arpia

Ad una cinquantina di metri si vedono figure svolazzanti ma umanoidi, che stanno aggredendo una esile figura femminile.

Piero riconosce immediatamente i mostri: si tratta di arpie! Il gruppo di comune accordo decide comunque di attaccarle, avvicinandosi però ad una distanza sufficiente da consentire a tutti di effettuare un attacco a distanza, cercando di non farsi notare prima.

Fanciulla
Fanciulla

Arrivati a meno di una ventina di metri di distanza tutti vedono meglio anche la fanciulla aggredita.

Si tratta effettivamente di una figura femminile, molto attraente ed un po’ particolare, con dei brillanti capelli azzurri ed un bastone in mano con il quale sta cercando di tenere a bada le arpie.

Approfittando del fatto che le arpie sono concentrate ad attaccare la fanciulla, tutti quanti lanciano un attacco a distanza verso le arpie, anzi, con la tattica più utilizzata nei combattimenti organizzati, si concentrano a colpire tutti la stessa.

Partono quasi contemporaneamente un raggio radioso scagliato da Piero che indica il bersaglio, Morsac scaglia una freccia, Muscy colpisce con il suo solito Agonizing Blast.

L’attenzione del gruppo di arpie è attirata e la fanciulla ne approfitta per tuffarsi di lato in mezzo ai cespugli, sparendo nel fitto della boscaglia correndo a più non posso.

Le arpie prendono ancora una serie di attacchi dai nostri avventurieri ma invece di reagire attaccandoli ,si fiondano nel fitto della boscaglia, due inseguendo la fanciulla mentre la terza vola nella direzione opposta.

Piero si tuffa immediatamente nella foresta dal lato in cui si è buttata la ragazza, mimetizzandosi nella foresta, per cercare di seguirla. Morsac e Muscy invece colpiscono a distanza le arpie che si stanno allontanando.

Muscy comincia a sua volta a seguire le arpie che si erano messe sulla scia della fanciulla, mentre Morsac cerca di seguire l’arpia che si stava allontanando dalla parte opposta.

Dopo un breve inseguimento in cui i tre si ritrovano completamente separati, dal folto della foresta, pressappoco nella zona dove si trova ciascuno di loro, si leva un canto melodioso, irresistibile.

Tutti i nostri avventurieri restano affascinati da tale canto, ma mentre Piero viene protetto dalla propria stessa natura elfica, gli altri non riescono proprio a resistere dal desiderio che avvampa dentro di loro e seguono il canto.

Piero si rende conto che il canto è un trucco delle arpie stesse, evidentemente simile a quello utilizzato dalle driadi o dai folletti, ma l’umano ed il dragonide sono affascinati e seguono ciascuno un canto diverso, quello dell’arpia che stavano inseguendo.

Entrambi si inoltrano nel folto della foresta in direzioni completamente diverse.

Piero, l’unico lucido, prosegue e si accorge che il terreno dove si sta avviando diventa sempre più ostile, gli alberi diventano contorti e raggrinziti, c’è una lieve foschia che si solleva da terra ed un fetore piuttosto nauseabondo, marcio, si fa sempre più intenso. Dopo poco gli alberi si diradano leggermente lasciando il posto ad una vera e propria palude.

Il percorso seguito dalla fanciulla in fuga è abbastanza evidente, tra rametti rotti e impronte sul terreno. Sembra ci sia una specie di sentiero leggermente fangoso ma all’apparenza solido che si inoltra nella palude e lei lo abbia imboccato di corsa.

Piero sente sempre i canti melodiosi, ai propri lati e non troppo vicino, anzi, si stanno allontanando, per cui decide di continuare a seguire le tracce della fanciulla fuggitiva.

Gli altri due membri del gruppo intanto fanno del loro meglio per seguire i rispettivi canti, continuando a non vedere nulla ma facendo di tutto per non essere lasciati indietro e si inoltrano nel folto della foresta.

Il percorso dei canti non è regolare, continue deviazioni fanno perdere il senso dell’orientamento a Morsac e Muscy, intenti a correre a più non posso per cercare di seguirli.

Prima di inoltrarsi nella zona paludosa a Piero sorge il dubbio che ci possano essere sabbie mobili per cui rallenta e continua ad avanzare con cautela.

Nel frattempo Muscy si riprende dalla sua foga nel cercare di seguire il canto, e si rende conto che sta inoltrandosi nella foresta senza alcun criterio. Si è perso! Continua a sentire un canto affascinante ma resiste al suo influsso. “Piero, dove cavolo sei?” urla, quasi ruggendo.

In lontananza Piero sente l’urlo, ed il canto vicino a Muscy si interrompe. Nel frattempo Morsac continua a seguire il canto ammaliatore, ormai completamente smarrito.

Piero è ormai all’ingresso della palude, nella quale il sentiero con tanto di impronte che l’elfo sta seguendo si addentra in mezzo ad una lieve foschia. “Ragazza! dove stai andando? Qua è molto pericoloso!” urla Piero, sperando di essere sentito. In risposta, dentro la palude ad una certa distanza risponde la voce femminile “Aiuto! Aiutatemi!”.

Improvvisamente, con il solito effetto leggermente elettrico e sfocato, di fianco a Muscy appare Fab. Il ladro si guarda intorno e vedendo il solo dragonide gli chiede immediatamente “Dove siamo? Come facciamo ad essere solo noi due? E gli altri dove sono?”. Effettivamente il ladro è ancora più disorientato del solito, di solito quando riappare è circondato da amici, questa volta ne ha uno solo, ed è in mezzo alla foresta! Niente strade o sentieri o punti di riferimento in vista.

Mentre Piero comincia ad inoltrarsi nella palude, Muscy sente in lontananza l’urlo di Piero, ma non si orienta benissimo visto che le urla rimbalzano tra gli alberi e non è chiara la direzione di provenienza. Si avvia quindi deciso in una direzione non proprio corretta, mentre cerca di spiegare a Fab la situazione.

Mentre Piero avanza nel sentiero nella palude, pur andando avanti cautamente, mette un piede su un punto estremamente scivoloso e rischia di cadere, ma grazie alla sua grande agilità riesce a mantenere l’equilibrio.

Nel momento stesso arriva in picchiata una arpia che si avventa urlando su di lui. In modo quasi automatico Piero reagisce lanciando un Lampo di interdizione. Questo fa sì che il chierico venga circondato da un alone luminoso che disorienta l’attaccante, che lo colpisce ugualmente con una mazza facendolo infuriare.

Fab che si stava concentrando per capire se e dove si stava dirigendo seguendo le indicazioni di Muscy, sente in lontananza l’urlo dell’arpia ed il rumore dell’artigliata sull’armatura. Si rivolge a Muscy: “Scusami, ma io sento dei rumori di combattimento provenire da quell’altra direzione”, ed indica quella che secondo lui è la direzione corretta. Muscy, che sa che Fab ha dei sensi molto più acuti, decide di fidarsi e fa cenno al compagno di fare strada.

Una seconda arpia, quella che era già stata gravemente ferita in precedenza, piomba su Piero, mancandolo però nella foga dell’attacco.

Piero solo e circondato da due arpie, estrae il proprio simbolo sacro ed evoca l’aiuto delle divinità della Luce, che lo circondano dell’accecante bagliore del Fulgore dell’alba. Le arpie si ritraggono urlanti per il dolore ed una delle due, quella già ferita in precedenza, piomba al suolo fumante, scomparendo in uno sbuffo di fumo.

Le urla delle arpie aiutano Muscy e Fab a trovare la strada e si precipitano nel folto della foresta nella giusta direzione, mentre Morsac finalmente si riprende dall’ammaliamento.

Il guerriero si guarda intorno e si accorge di essere smarrito. Cerca di capire dove possano esser gli altri, ma è molto disorientato. Anche nel suo caso il canto dell’arpia si interrompe.

Fab si accorge dalle urla e dai rumori di combattimento che Piero potrebbe essere nei guai, quindi accelera guizzando tra gli alberi come solo un elfo dei boschi potrebbe fare, mentre sbuffando Muscy cerca di tenere il passo.

Nel frattempo Piero vede la fanciulla che stava fuggendo tornare sui suoi passi, si volge verso l’arpia di fronte a lui e le punta contro un dito evocando un Dardo Tracciante che la colpisce in pieno, ferendola gravemente.

Morsac nel frattempo finalmente ritrova delle tracce lasciate da qualcuno in armatura. forse lui stesso? Decide di sì, quindi comincia a seguirle a ritroso.

Piero riesce ad evitare l’attacco dell’arpia.

Fab arriva al limitare della palude e finalmente riesce a vedere sia Piero, impegnato in combattimento, e la ragazza dai capelli azzurri che sta tornando verso lo stesso chierico dalla direzione opposta.

Decide di infilarsi nel sentiero per tirare una freccia all’arpia, ma per un attimo rischia di perdere l’equilibrio, tenendosi in piedi per miracolo riuscendo anche a scagliare una freccia al mostro, che precipita al suolo e sparisce.

L’ultima arpia, che aveva portato a spasso Morsac arriva a sua volta ed il primo avversario che trova è Muscy. Vi si avventa furiosa, ed il dragonide di riflesso attiva la sua reazione ferendola a sua volta.

Megera verde
Megera verde

Piero nel frattempo vede avvicinarsi la fanciulla che stava fuggendo. Il volto della ragazza si deforma leggermente in uno strano ghigno mentre le sue fattezze mutano orribilmente.

“Lasciate stare le mie … oh, troppo tardi!” dice con voce stridula ed irritante. Le lunghe mani della megera terminano con impressionanti artigli e con un feroce movimento ad arco colpisce in pieno volto Piero, nonostante fosse ancora sotto l’effetto del suo incantesimo di difesa.

La ferita è impressionante, Piero si accascia al suolo moribondo. Fab lo vede a terra e sospira, ha una sensazione di dejà vu. Muscy è completamente impegnato con l’arpia che lo ha aggredito e si difende come può.

Fab provoca la megera “Hey, guarda cosa faccio alla tua amica!” e tira una freccia all’arpia impegnata con Muscy. Rischia di scivolare nella foga, ma mantiene l’equilibrio.

L’arpia rimasta insiste ad attaccare Muscy, o almeno a provarci perché il warlock è sempre protetto dall’armatura magica evocata al mattino.

La megera, infuriata con Fab a causa della sua precedente provocazione, gli si avventa contro. I suoi lunghi artigli si piantano su di un fianco del ladro, che avrebbe potuto essere aperto in due non avesse avuto la protezione ulteriore fornita dall’anello trafugato precedentemente.

Piero si stabilizza, le sue ferite miracolosamente smettono di sanguinare e comincia a riprendersi.

Muscy lancia un feroce Agonizing Blast all’arpia rimasta, e proprio in quel momento arriva Morsac, finalmente, e reagisce istantaneamente lanciando una freccia che colpisce al collo il mostro che cade al suolo e sparisce.

Fab si cura con l’ultima delle pozioni del Re dei Rospi rimaste e si disimpegna velocemente portandosi di fianco a Muscy, ma la megera non molla e si avventa su di loro. L’artigliata sfregia Muscy che avendo esaurito gli incantesimi non riesce a reagire come vorrebbe.

Piero si cura un po’ e si riavvicina al gruppo. Muscy cerca a sua volta di colpire la megera ma non riesce, la strega è molto agile nonostante il suo aspetto decrepito. Morsac parte in carica per intervenire in soccorso dei compagni. Con un impressionante doppio colpo riesce decisamente ad attirare l’attenzione della megera.

Fab ferisce leggermente la megera, poi si concentra sul cappuccio in testa alla megera, tirandoglielo sul volto con la Mano magica. Ma la megera se lo toglie immediatamente dagli occhi, dopodiché furiosa tira una terribile artigliata al collo di Muscy, schizzando sangue e scaglie ovunque. Il dragonide crolla a terra moribondo.

Piero si avvicina uscendo dal sentiero scivoloso nella palude ed intona una Preghiera di guarigione. Le ferite dei vari  alleati si chiudono e Muscy riprende conoscenza. Si alza, seriamente intimorito e lancia il suo solito Agonizing Blast sulla megera, ma fa immediatamente un passo indietro per evitare di essere nuovamente artigliato.

Morsac la colpisce nuovamente con una freccia e si vede che la megera comincia a sentire le ferite subite. Fab insiste riuscendo a sua volta a colpirla e si disimpegna per portarsi fuori dall’immediato pericolo con estrema cautela. La megera improvvisamente si trova ad essere non impegnata in corpo a corpo, e dice “Ok, stabiliamo che sia pari e patta!”, poi si butta di lato in quella che pare foschia  ma che dal rumore e dagli schizzi sembra piuttosto acqua salmastra.

Cala un attimo il silenzio e Piero sente distintamente, proveniente da assai lontano, nella palude, una voce maschile roca e sofferente “Aiuto! Liberatemi!”.

“Di nuovo?” Esclama Piero. Poi dice agli altri cosa sta sentendo ed il gruppo si consulta sul da farsi.

“Vedi mai che salti fuori una ricompensa” dice generoso Fab.

Si decide di avanzare nella palude, con cautela perché tutti gli incantatori segnalano una certa scarsità di incantesimi. Morsac fa strada, mentre tutti gli suggeriscono di fare molta attenzione a dove mettono i piedi.

Fab si accorge osservando meglio il terreno, che questo è coperto da una illusione, che fa sì che il sentiero si vede leggermente spostato rispetto a dove si trova. Riconoscendo l’illusione è in grado di dare indicazioni al resto del gruppo e tutti evitano di cadere.

la casa della megera
la casa della megera

Inoltrandosi nella palude il gruppo vede una casupola fatta di legno, paglia, pelli e decorazioni piuttosto macabre. Un posto davvero inquietante. La voce che chiede soccorso arriva proprio da lì!

Mente il gruppo si ferma per decidere il da farsi parte il discorso che Piero si era preparato: “Ringrazio anticipatamente Fab, che mi ha dato l’occasione di farvi un discorsetto. Ho  fatto un incantesimo, Locate Object, ed ho ritrovato l’anello perduto, lo sta indossando Fab. Volevo dirvi che noi non siamo Aerandil, Ascanio o Valico, ma bensì siamo Piero, Fab, Morsac! Abbiamo famiglie a casa che ci aspettano, chi due gemelli e chi figli vari, quindi in questo momento danneggiarci a vicenda rubandoci cose o tenersele senza usarle non è una cosa molto furba. Quindi ad esempio adesso controlliamo il nostro menù e l’anello andrà semplicemente a quello che ha la classe armatura più bassa. Che ne dite?”

“Va bene” risponde Fab sorridendo e declamando la propria Classe Armatura. In effetti in questo modo viene fuori che Fab ha in questo momento la Classe armatura peggiore. Ma la discussione probabilmente potrebbe non essere finita qua.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.